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Quarto giorno di Consiglio: al voto la riforma della PA

23 lug 2009
Palazzo Pubblico
Palazzo Pubblico
Il Consiglio Grande e Generale ha approvato con 30 voti a favore la legge quadro di riforma, le norme di disciplina per i dipendenti pubblici, i concorsi e le altre forme di selezioni, la legge sulla dirigenza. “Una riforma non più rinviabile” ha detto il Segretario di Stato per gli Affari Interni Valeria Ciavatta illustrando il processo di ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Dall’opposizione sono arrivati apprezzamenti per il lavoro compiuto dalla Segreteria agli Interni – avviato nella precedente legislatura – insieme al rammarico per il mancato accoglimento degli emendamenti presentati dalla minoranza. Il Psd esprime dubbi e perplessità. “La trasparenza e la completa autonomia – è l’analisi – sono difficili da realizzare. Si devono premiare i capaci e non avere remore con chi non è all’altezza”.
Per Sinistra Unita “la riforma complica le cose, invece di semplificarle, e appesantisce la spesa corrente”. Il Pdcs invita a riflettere e ad applicare la riforma prima di dire che non funzionerà. La maggioranza sottolinea le priorità che sono quelle di migliorare i servizi, renderli più efficienti e allo stesso tempo contenere la spesa. Perplessità dei DdC sulla annunciata autonomia. “Il Segretario di Stato – dicono – diventa di fatto il vero capo della Pubblica Amministrazione. Il rischio è di aumentare la discrezionalità piuttosto che l’autonomia”. “La riforma arriva dopo anni di enunciazioni” sottolinea il Ggoverno. La PA conta oltre 5mila dipendenti su una popolazione di 32mila residenti. “In passato - ha detto il Segretario alla Sanità Claudio Podeschi - gli interventi nel settore pubblico si sono tradotti in infornate che hanno creato una struttura elefantiaca dai costi altissimi”. Qui non si prevedono assunzioni o nuovi passaggi di livello.

Sonia Tura

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