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Relazione vicenda CIS: in Consiglio scontro al calor bianco sulle responsabilità politiche

Probabile, fra oggi o domani, la votazione di un ordine del giorno

29 ott 2020
Roberto Ciavatta
Roberto Ciavatta

Quell'unità di intenti – fra Commissari di maggioranza ed opposizione - che aveva caratterizzato la stesura della relazione, si è almeno parzialmente persa nella discussione odierna. Certo il lavoro dei membri della Commissione – che racconta con dovizia di particolari una vicenda dolente della storia contemporanea del Paese - è stato lodato praticamente da tutti. Con l'eccezione di Alessandro Mancini, insoddisfatto dalle conclusioni finali. Ad avviso del consigliere di NPR, infatti, non sarebbero state adeguatamente evidenziate le presunte responsabilità dei colleghi di Governo dell'allora segretario di Stato Celli. O vi era una delega in bianco – ha affermato – oppure le scelte erano condivise. 

A volte, ha risposto Andrea Zafferani, si cerca di coinvolgere il Governo o il CCR su questioni sulle quali non hanno informazioni o competenze. L'esponente di RF ha poi espresso rammarico, “per non aver ascoltato con attenzione ciò che diceva l'opposizione sulle infiltrazioni di Confuorti”. Auspicando al contempo un mea culpa da parte di chi accusò l'allora maggioranza di volere assecondare “quelle trame”. Durissima la replica di Roberto Ciavatta. “Mi aspettavo che i membri di Adesso.sm e del CCR chiedessero scusa – ha tuonato -, soprattutto Zafferani, responsabile di aver buttato via 12 milioni in pochi giorni”. E poi una rivelazione inedita. “Ho smesso di incontrare il Giudice Buriani nel 2016, quando mi consigliò di entrare, come Rete, nel governo di Adesso.sm. Mi diceva che su Grandoni non c'erano elementi”.

Il Segretario alla Sanità ha anche detto che nell'ufficio del magistrato vi fosse un giornalista, che gli avrebbe inviato mandati d'arresto prima ancora che venissero recapitati ai destinatari. “Ne parlo adesso – ha continuato Ciavatta – dopo aver sporto denunce tutte archiviate”. Poi alcune riflessioni su termini quali populismo e complottismo: parole utilizzate dalla politica – ha detto – “contro chi aveva il dovere della disobbedienza civile, per scardinare questo sistema vivo più che mai”. I politici che dicono “non sapevamo” - ha concluso - “o sono incompetenti o corrotti”. 

A stretto giro l'intervento del collega Pedini Amati, che ha detto di aver denunciato diverse volte queste situazioni, e si aver subito svariate minacce e lettere anonime. “Ho fatto battaglie” – ha detto – contro Gabriele Gatti, Fiorenzo Stolfi, Marino Grandoni. Sottolineati i legami di quest'ultimo con la politica, con i nomi – già citati nella relazione – di Fabio Berardi e Nadia Ottaviani. Quindi un appello. “Andiamo a chiedere i soldi a chi ce li ha rubati, altrimenti non siamo credibili”.

“Certe cose non sono successe – ha aggiunto il Segretario di Stato Marco Gatti –, perché le opposizioni le denunciarono. Ma l'azione invasiva è stata frenata solo in parte”. “Bisogna dire da che parte si sta”. Giornata di particolare importanza per Rete: la formazione che forse più di ogni altra, dall'opposizione, si era spesa nel denunciare la presenza pervasiva di Confuorti. Nei vari interventi si sono allora ricordate le conseguenze, anche giudiziarie, subite da esponenti del Movimento come Elena Tonnini; le segnalazioni inascoltate; il ruolo dell'Esecutivo di Adesso.sm, che – è stato detto – difese a spada tratta l'allora governance di BCSM. Ma dalla vicenda CIS – ha detto Spagni Reffi - tutti escono sconfitti. Cerchiamo di non strumentalizzare questa relazione – ha aggiunto - perché dipinge un sistema che non è morto. Segnali di apertura, in un qualche modo, da consiglieri di Libera come Vladimiro Selva, che ha auspicato una lettura condivisa di ciò che è accaduto; ammettendo anche un ritardo nella presa di coscienza di come alcune persone non lavorassero “per il bene del Paese”.

Da Guerrino Zanotti, però, una stoccata proprio a Rete, sul tema delle alleanze: siete sicuri – ha detto - di stare “dalla parte giusta della barricata?”. Interventi durissimi, invece, dalle fila di NPR. In mattinata Maria Luisa Berti aveva sollecitato una dichiarazione di non gradimento nei confronti di Grandoni: tuttora console onorario di Croazia a San Marino. Mentre Matteo Rossi aveva ricordato una serie di politici, indicati nella parte della relazione riguardante la rimozione di Caringi: Fabio Berardi, Nadia Ottaviani, Gabriele Gatti, Antonella Mularoni. La discussione, nel frattempo, continua. Probabile, fra oggi o domani, la votazione di un ordine del giorno, che possa dare consistenza politica alle rivelazioni esplosive contenute nel documento della Commissione d'Inchiesta.


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