La discussione in Consiglio, sulla relazione della Commissione d'inchiesta, è ripresa questa mattina, in attesa di un ordine del giorno. Pesanti le bordate nei confronti delle forze che componevano la precedente Maggioranza. Gli attacchi più duri da parte di Rete. “Non è solo Celli l'artefice di ciò che è successo negli ultimi 3 anni”, ha tuonato Matteo Zeppa, che ha ricordato la manifestazione delle donne del Movimento, nel 2017, davanti Confuorti. “Quella è storia”, ha sottolineato. Così come “storia” - ha aggiunto -, ma “vergognosa”, è stata la denuncia l'anno successivo, ad Elena Tonnini. Zeppa si è detto convinto che quella querela non venisse dal Presidente di Advantage Financial, ma “da ambienti interni sammarinesi”.
Proprio il Segretario di Stato Tonnini aveva aperto i lavori in mattinata, esprimendo tutta la propria indignazione per quanto rilevato nella relazione. "Grandoni – ha rimarcato - è stato trasversale nella politica". Ripercorse poi alcune vicende cruciali sulle quali Rete aveva dato battaglia, dai sondaggi del 2016 al caso Carrirolo, fino al Polo della Moda. Chiamato pesantemente in causa il Giudice Buriani. E non sono mancate critiche all'informazione, anche alla TV di Stato. “Oggi – ha detto Emanuele Santi - sarebbe troppo facile per Rete passare all'incasso e dire “noi avevamo ragione”. Purtroppo non c'è niente da festeggiare perché a perdere è il Paese intero. “Celli non fece tutto da solo” e il Congresso di allora dovrebbe “rispondere in solido”.
"Il messaggio fornito dalla relazione" – ha affermato il Segretario di Stato Righi – è uno solo: “il sistema ha fallito, i poteri dello Stato hanno fallito”. “La gente ha schifo della politica”, ha aggiunto, e questo è uno dei danni più drammatici. "Mi adopererò affinché quanto emerso trovi necessari approfondimenti nelle sedi opportune", ha detto il segretario della DC Gian Carlo Venturini, che ha definito “inutili i tentativi di RF di arrampicarsi sugli specchi” parlando di esponenti del passato della Democrazia Cristiana citati nel documento della Commissione d'Inchiesta. “Mi vengono in mente – ha aggiunto - messaggini e telefonate tra Marino Grandoni e Nicola”. Il PDCS, ha affermato, “ha dimostrato fattivamente di cercare la verità”. “Questa DC – ha proseguito Francesco Mussoni – è in Aula a testa alta; 10 consiglieri avevano sottoscritto un esposto nella scorsa legislatura, siamo stati derisi, ci siamo dovuti difendere in Tribunale, dove qualche Giudice non era obiettivo”. Secondo il Consigliere nel corso dell'esperienza di Governo di Adesso.sm “si sono incastrate situazioni pazzesche”. “Leggere queste cose: intercettazioni, archiviazioni di procedimenti penali, mi fa male”. “Ci sono responsabilità politiche su questo – ha affermato -, della maggioranza, del Governo, del CCR di allora”. “Il progetto criminale non poteva funzionare se non aveva una copertura nell'ambito del Tribunale”. E poi uno sguardo al futuro; oggi abbiamo una Banca Centrale credibile – ha detto Mussoni -; dobbiamo lavorare ad un memorandum con Bankitalia.
“In quest'Aula – ha dichiarato Francesca Civerchia – non abbiamo bisogno di chi è nemico del Paese”. Accorato l'intervento di Eva Guidi, secondo la quale non è corretto focalizzare l'attenzione esclusivamente sugli ultimi 3 anni. “Esami di coscienza” - ha detto – devono farseli “tutte le persone che cacciarono Caringi, Papi e Bossone”. Nell'occasione, ad avviso del consigliere di Libera, vi sarebbe stata una vera e propria macchina del fango contro l'allora responsabile della vigilanza di BCSM. La conseguenza, ha osservato, fu un “totale isolamento” del sistema finanziario sammarinese. Ciò che rivela la relazione – afferma Guidi – è “un abominio”, cui il “nostro Governo ha messo la parola fine”, ma quel “percorso è stato avviato tutti insieme”. E poi un appello all'attuale Esecutivo, affinché tutte le azioni, comprese quelle di responsabilità, vengano attuate fino in fondo. "Apprezzo chi in questi giorni ha ammesso i propri sbagli" – ha affermato dal canto suo Gaetano Troina, DML -; “occorre imparare da quanto successo, ed evitare di ripetere sempre gli stessi errori”. “Ciarpame senza pudore”, questo è emerso dalla relazione, ad avviso dell'indipendente Rossano Fabbri, il cui pensiero è andato “a tutti coloro che – ha detto – hanno dovuto seguire le angherie di un percorso giudiziario, in parte deviato, a sostegno di un potentato economico”. “La Commissione – ha aggiunto Gian Nicola Berti – si è resa conto di quanto il Tribunale fosse parte di questo progetto criminale. L'esponente di NPR ha poi espresso solidarietà a Denise Bronzetti; “forse – ha affermato – nella vita ha fatto una stupidaggine, ma l'ha fatta 12 anni fa, e quando qualcuno ha cercato di ricattarla non ha piegato la testa”.