"Non accetteremo passivamente una legge elettorale che ci riguarda, fatta contro il nostro volere, i nostri interessi, il diritto internazionale e le leggi del paese". Questo il senso, perentorio, della frase finale della lettera inviata dalla Consulta, ai partiti. Nel merito la Consulta chiede, innanzitutto, di attenersi nella riforma elettorale al rispetto della dichiarazione dei diritti del 1974, che agli articoli 2,4,6,7 garantisce a tutti, senza distinzioni, elettorato attivo e passivo. I residenti all'estero, quindi, respingono, per esempio, l'ipotesi del doppio collegio, in base alla residenza e in ogni caso, qualora il doppio collegio venisse comunque attuato, non accettano che il peso dei residenti all'estero - che costituiscono un terzo del corpo elettotorale - venga sminuito. Ribadita la richiesta di abrogazione dell'articolo 7 della legge sulla cittadinanza, perchè ritenuto discriminatorio nei confronti dei giovani sammarinesi all'estero, in quanto vincola il diritto di voto alla residenza, per almeno un anno, a san marino. La consulta ricorda che e' in corso un'azione legale, avverso l'articolo 7 e che c'è la volontà di arrivare, eventualmente, anche al tribunale internazionale dei diritti dell'uomo. C'è unanimità, infine, anche nella richiesta di istituire il voto a distanza, ritenuto necessario nel caso la riforma elettorale preveda il doppio turno. Contro il voto di scambio, i residenti all'estero, sono disponibili alla riduzione o all'eliminazione delle preferenze, purchè la misura venga istituita anche per gli elettori interni. Serpeggia, dunque, il malumore tra le comunità dei sammarinesi non residenti e non sono mancate, addirittura, proposte per la creazione di formazioni politiche autonome o di manifestare di fronte ai consolati e al Palazzo del Consiglio d'Europa.
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