Il partito dei democratici dichiara la sua disponibilità ad entrare in un governo che metta al centro le cose da fare e accantoni formule e schieramenti, nell’interesse del paese che non può più sopportare ritardi e inadempienze. Il PDD lo scrive nero su bianco, nella risoluzione finale del suo consiglio di direzione, impegnando i vertici del partito ad attivarsi affinché si possa raggiungere il risultato auspicato e affrontare così i nodi della crisi strutturale, ricondurre San Marino ad una condizione di normalità, progettare il futuro in condizioni di stabilità e certezza delle regole. I governi basati sulle formule non sono in grado – affermano i democratici – di affrontare le gravi problematiche del paese, di qui la necessità di misurarsi sul terreno dei contenuti con tutti coloro che riconoscono seria la situazione e ritengono necessario – si legge nel documento finale – bloccare il deterioramento del paese. La proposta viene indirizzata a tutte le forze politiche, per convergere in un progetto urgente di governo incentrato su alcuni campi di intervento fondamentali, un cambiamento dei metodi immediato, in grado di rigenerare fiducia verso le istituzioni, ridare credito alla politica, valorizzare l’immagine della Repubblica anche sulla scena internazionale. Sei le priorità indicate: l’avvio del processo di adesione negoziata all’Unione Europea, l’attuazione delle riforme per l’equilibrio dei poteri, il risanamento della finanzia pubblica, la riattivazione dell’economia privata, la salvaguardia delle politiche sociali, la riforma del sistema elettorale. Punti sui quali il documento del Consiglio Direttivo entra nello specifico, indicando come, ad esempio, la strada dell’adesione all’Unione Europea debba passare per una partecipazione a tutti gli organismi della UE, utili allo sviluppo di San Marino, il varo delle normative necessarie al rispetto delle convenzioni sottoscritte, la definizione di accordi contro le doppie imposizioni fiscali con gli Stati membri. Per le riforme istituzionali si pensa al principio di separazione dei poteri fra Consiglio Grande e Generale e Congresso di Stato, la valorizzazione del ruolo super partes della Reggenza, l’autonomia gestionale della pubblica amministrazione. A segretario, presidente e capogruppo consiliare, il mandato per condurre il confronto e realizzare un governo straordinario , basata su una ampia partecipazione, capace di affrontare il periodo di transizione e mettere fine ad una crisi politica che il PdD definisce tanto delicata quanto pericolosa.
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