E' la prima preoccupazione richiamata dai Capi di Stato: allarme occupazione con l'esortazione, a politica e governo, ad agire con maggiore incisività per riportare il Paese sulla via della crescita e dello sviluppo. I Capi di Stato invocano sforzo per superare la crisi, appellandosi all'unità e responsabilità da parte di tutte le componenti, politica, sociale ed economica. I presupposti ci sono e la Reggenza – “partendo dalla necessità di testimoniare nei fatti che le ombre gettate dalla questione morale sono dissipate” – ricorda i passi compiuti: ingresso nella white-list e riposizionamento in ambito internazionale. Poi quello che può rappresentare il vero punto di svolta, l'avvio dei negoziati con l'UE. L'invito a leggerne le opportunità e ad avvalersi dell'esempio dei modelli virtuosi che possano valorizzare l'originalità del nostro paese, nell'innovazione, ma senza dimenticare le radici, l'unicità della nostra storia quale valore aggiunto.
In ambito economico: auspicano il superamento di riserve e diffidenze, per lanciare l'attività delle imprese entro bacini più ampi. Imprese da sostenere – e a questo chiamano a anche il sistema bancario - ricordando che uno sviluppo solido non può basarsi su interventi che vadano ad alterare le regole del mercato.
Il pensiero a tutte le categorie e fasce sociali: per primi i giovani, da supportare, nella valorizzazione del merito e delle intelligenze. Per loro e le loro famiglie invocano prospettive di certezza e non di precarietà, ricordando come il Fondo Straordinario di Solidarietà non paia rispondere agli obiettivi fissati e chiedendo interventi legislativi strutturali.
Ricordano la legge quadro su inclusione sociale e diritti dei disabili, perché non resti solo enunciazione di principi. Attenzione poi alle donne, nel riconoscimento del contributi che porta, ricordando, infine, il legame con i sammarinesi all'estero.
Discorso di commiato che chiude tornando l'appello del Papa, dopo la recente visita della stessa Reggenza in Vaticano: perché tutti si adoperino per la pace, vicini agli ultimi e agli esclusi.
In ambito economico: auspicano il superamento di riserve e diffidenze, per lanciare l'attività delle imprese entro bacini più ampi. Imprese da sostenere – e a questo chiamano a anche il sistema bancario - ricordando che uno sviluppo solido non può basarsi su interventi che vadano ad alterare le regole del mercato.
Il pensiero a tutte le categorie e fasce sociali: per primi i giovani, da supportare, nella valorizzazione del merito e delle intelligenze. Per loro e le loro famiglie invocano prospettive di certezza e non di precarietà, ricordando come il Fondo Straordinario di Solidarietà non paia rispondere agli obiettivi fissati e chiedendo interventi legislativi strutturali.
Ricordano la legge quadro su inclusione sociale e diritti dei disabili, perché non resti solo enunciazione di principi. Attenzione poi alle donne, nel riconoscimento del contributi che porta, ricordando, infine, il legame con i sammarinesi all'estero.
Discorso di commiato che chiude tornando l'appello del Papa, dopo la recente visita della stessa Reggenza in Vaticano: perché tutti si adoperino per la pace, vicini agli ultimi e agli esclusi.
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