Nella serata di ieri è giunta la notizia che la nostra Repubblica attendeva da tempo: il Ministro Italiano dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni ha firmato il Decreto con il quale la Repubblica di San Marino viene espunta dalla “black list” fiscale.
Un passaggio fondamentale per sancire una definitiva normalizzazione dei buoni rapporti, che hanno sempre caratterizzato il buon vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino.
Tale passaggio va certamente interpretato quale punto di partenza e non certamente di arrivo, al fine di rilanciare il sistema San Marino con logiche completamente diverse da quelle che fino ad oggi lo hanno caratterizzato.
Logiche che dovranno basarsi sulla certezza del diritto e rispetto delle regole, alle quali i potenziali investitori così come quelli già presenti, dovranno attenersi operando sul nostro territorio, congiuntamente ad un sistema “politico - sindacale” efficiente, efficace, appropriato e coerente con il suo operato.
Già nel giugno 2013, in occasione delle dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate Italiana Attilio Befera, attestanti un’effettiva collaborazione della Repubblica di San Marino in materia di scambio informazioni, la nostra organizzazione aveva sottolineato la necessità di individuare in tempi brevi un nuovo ed evoluto modello economico da porre quale obiettivo per la stessa Repubblica, in quanto senza una visione prospettica e di insieme, il rilancio dell’economia è da ritenersi cosa.
Pur apprezzando gli sforzi che hanno condotto a questo importante obiettivo, siamo fermamente convinti che sarebbe semplicistico pensare che l’uscita dalla “black list” sia condizione sufficiente ed unica al fine del rilancio socio-economico.
Essa deve al contrario rappresentare un’ulteriore stimolo al fine di caratterizzaremaggiormente il nostro paese su basi fondate sulla professionalizzazione, sulle competenze e su principi meritocratici, criteri necessari ed imprescindibili per potersi rendere attrattivi almeno quanto i sistemi economico-produttivi dei paesi maggiormente evoluti e che offrono piena occupazione di qualità.
Comunicato stampa
La Segreteria USL
Un passaggio fondamentale per sancire una definitiva normalizzazione dei buoni rapporti, che hanno sempre caratterizzato il buon vicinato fra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino.
Tale passaggio va certamente interpretato quale punto di partenza e non certamente di arrivo, al fine di rilanciare il sistema San Marino con logiche completamente diverse da quelle che fino ad oggi lo hanno caratterizzato.
Logiche che dovranno basarsi sulla certezza del diritto e rispetto delle regole, alle quali i potenziali investitori così come quelli già presenti, dovranno attenersi operando sul nostro territorio, congiuntamente ad un sistema “politico - sindacale” efficiente, efficace, appropriato e coerente con il suo operato.
Già nel giugno 2013, in occasione delle dichiarazioni del direttore dell’Agenzia delle Entrate Italiana Attilio Befera, attestanti un’effettiva collaborazione della Repubblica di San Marino in materia di scambio informazioni, la nostra organizzazione aveva sottolineato la necessità di individuare in tempi brevi un nuovo ed evoluto modello economico da porre quale obiettivo per la stessa Repubblica, in quanto senza una visione prospettica e di insieme, il rilancio dell’economia è da ritenersi cosa.
Pur apprezzando gli sforzi che hanno condotto a questo importante obiettivo, siamo fermamente convinti che sarebbe semplicistico pensare che l’uscita dalla “black list” sia condizione sufficiente ed unica al fine del rilancio socio-economico.
Essa deve al contrario rappresentare un’ulteriore stimolo al fine di caratterizzaremaggiormente il nostro paese su basi fondate sulla professionalizzazione, sulle competenze e su principi meritocratici, criteri necessari ed imprescindibili per potersi rendere attrattivi almeno quanto i sistemi economico-produttivi dei paesi maggiormente evoluti e che offrono piena occupazione di qualità.
Comunicato stampa
La Segreteria USL
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