"Care concittadine, cari concittadini,
la Reggenza desidera rivolgere a Voi tutti, residenti in Patria e all’estero, un sincero e fraterno pensiero augurale per il nuovo anno. Con questo messaggio, rinnoviamo la consuetudine di un appuntamento diventato occasione di riflessione sulla nostra comunità oltre che di condivisione di un messaggio di fiducia e speranza per l’anno a venire con tutti i Sammarinesi. Tra i momenti salienti che hanno caratterizzato questo 2014 ricordiamo la graditissima visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. Evento di alto valore storico ed istituzionale, per il legame di profonda amicizia che da sempre unisce due popoli che condividono una comune identità storica e culturale e perché ha sancito un rinnovato rapporto di cooperazione e di proficua collaborazione tra San Marino e l’Italia, fondamentale premessa per un futuro di certezze per il nostro Paese.
Dopo gli importanti passi compiuti per uscire da quella situazione di criticità che ha così pesantemente e per tanti anni condizionato il nostro sistema produttivo, dobbiamo riuscire - e senza ulteriori indugi e ritardi - a creare condizioni di rinnovato benessere, nel pieno rispetto di quegli standard internazionali di trasparenza che il nostro Paese ha dimostrato di aver fatto ormai propri. La Reggenza esorta chi ha la responsabilità del governo di questo Paese ad intensificare il proprio impegno per attrarre nuovi, solidi investimenti nel nostro territorio, per concludere le trattative in atto, per dare attuazione e concretezza ai segnali incoraggianti contenuti nella legge finanziaria e, in particolare, nei progetti di sviluppo e di investimento pubblico per rilanciare l’economia. Maggior forza, coraggio e determinazione nel promuovere un processo di crescita in grado di creare finalmente nuove opportunità di occupazione: questo è quanto la nostra popolazione chiede con sempre maggior urgenza ed insistenza alla classe dirigente del nostro Paese. La disoccupazione – sappiamo - ha, purtroppo, raggiunto dimensioni preoccupanti, assolutamente insostenibili per il nostro Paese. Livelli che devono spronare tutti ad intensificare gli sforzi per riuscire se non altro, nell’immediato, a ridimensionare ampiezza e gravità del fenomeno. A questo obiettivo prioritario devono essere indirizzate energie e risorse, con la consapevolezza, comunque, che esistono ancora ulteriori margini di intervento nell’opera di contenimento e di razionalizzazione della spesa pubblica. Sappiamo quanto la nostra popolazione abbia giustamente a cuore il settore della sanità, quanto in essa sia forte la preoccupazione che la crisi vada ad incidere in questo ambito, ridimensionando livello e qualità di quei servizi e di quell’assistenza che il nostro sistema di sicurezza sociale ha saputo garantire a tutti i nostri cittadini nei momenti di maggior criticità e fragilità, così come, al termine della vita lavorativa, negli anni del meritato riposo. Uno stato sociale – il nostro - con standard di eccellenza, riconosciuti e apprezzati a livello internazionale, che, con orgoglio, ci è stato trasmesso dai nostri padri e che è nostro dovere preservare vigilando, con lungimiranza, affinché anche le generazioni future possano continuare ad usufruire delle stesse protezioni e tutele.
Il nostro Paese deve riuscire a mettere a frutto il lavoro fin qui svolto, l’opera di risanamento portata avanti chiedendo ai nostri cittadini sacrifici e la rinuncia ad opportunità e privilegi che il livello di elevato benessere raggiunto dal nostro Stato ha reso per tanti anni possibile. La Repubblica –ci preme ripeterlo– ha bisogno che il nostro sistema produttivo torni a crescere, a creare nuove opportunità di lavoro, ad offrire ai nostri giovani la prospettiva di poter costruire su solide fondamenta il loro futuro. Una battuta d’arresto, in questo momento, rischia di fermare e di
complicare il difficile cammino da percorrere in un contesto internazionale che
ancora non ha superato la fase recessiva.
Nei giorni scorsi il Consiglio dell’Unione Europea ha deliberato l’avvio di negoziato per accordi che porteranno il nostro Stato, con il Principato di Andorra e il Principato di Monaco, a rafforzare la sua presenza in Europa e la sua cooperazione con gli altri Stati membri dell’Unione Europa. Un passo importante che, nel rispetto delle particolari realtà e peculiarità di ciascuno dei piccoli Stati, porterà a condizioni di maggior parità e a benefici per le nostre imprese, per i nostri cittadini e per i nostri giovani.
L’avvenire del nostro Stato è nelle mani dei nostri più giovani cittadini, cui dobbiamo garantire le condizioni per guardare con fiducia al futuro, offrendo
loro l’opportunità di valorizzare al meglio le proprie capacità e potenzialità e di acquisire quelle competenze che permetteranno loro di essere compartecipi, a pieno titolo, della crescita economica, culturale e sociale della nostra Repubblica.
L’anno che sta volgendo al termine è stato segnato anche dalla “questione morale”, con l’emergere di fenomeni che, per ampiezza e gravità, tanto sconcerto hanno suscitato nella nostra popolazione. Esortiamo la Magistratura a proseguire in piena autonomia nel proprio compito per fare chiarezza e accertare ogni responsabilità in merito.
Una chiarezza necessaria anche per ridare piena credibilità alla politica, per porre un argine ad atteggiamenti di sfiducia e di discredito generalizzato e per contrastare efficacemente ogni tentativo di condizionare in modo non trasparente
un passaggio particolarmente delicato e complesso nella vita della nostra Repubblica.
Il nostro Paese ha nella cultura e nella conoscenza le condizioni per il suo sviluppo futuro. Alla nostra scuola dobbiamo pertanto riservare grande attenzione e sensibilità, affinché possa continuare ad essere una realtà vitale e dinamica, al
passo con un mondo che muta con sempre maggior rapidità, in grado di rispondere alle esigenze di maggior integrazione, soprattutto a livello europeo, del nostro Paese, ma anche di adempiere alla propria funzione formativa e di contribuire a trasmettere un forte senso di appartenenza alla nostra Repubblica e
a quel patrimonio ideale e morale che è a fondamento della nostra identità. Il nostro Paese -ha celebrato quest’anno il quarantesimo anniversario della promulgazione della “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese”, con cui si sono poste le basi di ogni futuro sviluppo politico e istituzionale della nostra Repubblica, senza perdere alcuno dei presupposti essenziali della nostra tradizione storica e della nostra peculiare identità. Una ricorrenza che deve richiamare l’attenzione della collettività e delle Istituzioni alle nuove istanze ed esigenze che, nel corso degli anni, sono emerse in seno alla nostra comunità, e promuovere altresì un impegno concreto a
riconoscimento delle legittime aspettative di tanti nostri concittadini. Con grande rammarico, dobbiamo purtroppo constatare, come tanti, troppi sammarinesi, siano privi di quel lavoro che proprio la nostra Dichiarazione riconosce come diritto e dovere di ogni cittadino. È stato finalmente istituito il Fondo Straordinario di Solidarietà per venire incontro alle esigenze più urgenti ed immediate di tutti coloro che sono privi di altri mezzi per il proprio sostentamento. Uno strumento assolutamente indispensabile, che può e deve essere ulteriormente perfezionato e potenziato per riuscire a rispondere appieno alle impellenti difficoltà ed emergenze di questo momento.
A tutti coloro che sono privi di lavoro, alle famiglie che si trovano in condizioni di grave disagio, esprimiamo i sentimenti della nostra particolare vicinanza unitamente al nostro impegno per mantenere sempre al centro dell’attenzione le loro esigenze e la loro legittima aspettativa di una vita più dignitosa e meno segnata dall’incertezza e dalla precarietà.
Lo scorso 30 novembre si sono svolte le consultazioni per l’elezione dei Capitani e dei membri delle Giunte di Castello. Auspichiamo che essi possano trovare nella nuova legge un valido strumento per adempiere al proprio mandato e meglio corrispondere alle aspettative dei propri concittadini. La consultazione è stata purtroppo segnata da un livello di astensionismo in cui ha trovato espressione non solo la quotidiana difficoltà che gran parte della nostra popolazione vive, ma anche un diffuso senso di malcontento e di disaffezione nei confronti della classe politica.
Nel momento in cui prosegue un impegnativo processo di cambiamento del nostro Paese, ci preme ribadire con forza l’importanza della partecipazione, con l’esercizio concreto del diritto di voto, o ancor più con l’impegno politico, per contribuire attivamente al processo di rinnovamento, per incidere in modo costruttivo nella vita dei partiti e dei movimenti politici che – nonostante le difficoltà attuali - continuano ad avere un ruolo centrale e fondamentale per il buon funzionamento della democrazia. La criticità del momento esige da parte di tutti un apporto costruttivo e responsabile, la capacità di superare contrapposizioni e scontri che certo non aiutano a trovare le soluzioni più eque ed idonee al rilancio del nostro Paese. La possibilità di esprimere la propria opinione, il proprio dissenso e anche la propria protesta da parte dei cittadini, singoli e associati, è un cardine della democrazia, uno degli elementi che la qualificano e la sostanziano. Ma, oggi, riteniamo doveroso richiamarci a quelle regole di rispetto delle Istituzioni e delle
persone che sono a fondamento della convivenza di una comunità, e riportare tutti ad un confronto civile e democratico, dai toni anche accesi ed aspri, ma sempre alieno da ogni forma di violenza, fisica e verbale.
Carissime concittadine e carissimi concittadini,
non possiamo sottovalutare le impegnative sfide che ancora restano da affrontare, ma dobbiamo farlo con la consapevolezza delle tante potenzialità e risorse presenti nel nostro Paese, della voglia di riscatto della nostra popolazione, dell’entusiasmo e della capacità propositiva di tanti nostri giovani. Con l’apporto e il contributo di tutti, la disponibilità di ciascuno a fare la propria parte, a confrontarsi con senso di responsabilità, senza voler far prevalere interessi corporativi o ricercare consensi immediati, con la solidarietà tra i cittadini e le generazioni, riusciremo a compiere quel balzo in avanti di cui ha bisogno il nostro Paese e la nostra popolazione per guardare finalmente con fiducia al futuro.
Carissime concittadine e carissimi concittadini,
al termine di questo saluto la Reggenza desidera ringraziarVi per il cortese
ascolto e porgere a tutti Voi, che risiedete in Patria e che risiedete in altri Paesi,
l’augurio più affettuoso e cordiale di serenità e benessere per il Nuovo Anno".
la Reggenza desidera rivolgere a Voi tutti, residenti in Patria e all’estero, un sincero e fraterno pensiero augurale per il nuovo anno. Con questo messaggio, rinnoviamo la consuetudine di un appuntamento diventato occasione di riflessione sulla nostra comunità oltre che di condivisione di un messaggio di fiducia e speranza per l’anno a venire con tutti i Sammarinesi. Tra i momenti salienti che hanno caratterizzato questo 2014 ricordiamo la graditissima visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. Evento di alto valore storico ed istituzionale, per il legame di profonda amicizia che da sempre unisce due popoli che condividono una comune identità storica e culturale e perché ha sancito un rinnovato rapporto di cooperazione e di proficua collaborazione tra San Marino e l’Italia, fondamentale premessa per un futuro di certezze per il nostro Paese.
Dopo gli importanti passi compiuti per uscire da quella situazione di criticità che ha così pesantemente e per tanti anni condizionato il nostro sistema produttivo, dobbiamo riuscire - e senza ulteriori indugi e ritardi - a creare condizioni di rinnovato benessere, nel pieno rispetto di quegli standard internazionali di trasparenza che il nostro Paese ha dimostrato di aver fatto ormai propri. La Reggenza esorta chi ha la responsabilità del governo di questo Paese ad intensificare il proprio impegno per attrarre nuovi, solidi investimenti nel nostro territorio, per concludere le trattative in atto, per dare attuazione e concretezza ai segnali incoraggianti contenuti nella legge finanziaria e, in particolare, nei progetti di sviluppo e di investimento pubblico per rilanciare l’economia. Maggior forza, coraggio e determinazione nel promuovere un processo di crescita in grado di creare finalmente nuove opportunità di occupazione: questo è quanto la nostra popolazione chiede con sempre maggior urgenza ed insistenza alla classe dirigente del nostro Paese. La disoccupazione – sappiamo - ha, purtroppo, raggiunto dimensioni preoccupanti, assolutamente insostenibili per il nostro Paese. Livelli che devono spronare tutti ad intensificare gli sforzi per riuscire se non altro, nell’immediato, a ridimensionare ampiezza e gravità del fenomeno. A questo obiettivo prioritario devono essere indirizzate energie e risorse, con la consapevolezza, comunque, che esistono ancora ulteriori margini di intervento nell’opera di contenimento e di razionalizzazione della spesa pubblica. Sappiamo quanto la nostra popolazione abbia giustamente a cuore il settore della sanità, quanto in essa sia forte la preoccupazione che la crisi vada ad incidere in questo ambito, ridimensionando livello e qualità di quei servizi e di quell’assistenza che il nostro sistema di sicurezza sociale ha saputo garantire a tutti i nostri cittadini nei momenti di maggior criticità e fragilità, così come, al termine della vita lavorativa, negli anni del meritato riposo. Uno stato sociale – il nostro - con standard di eccellenza, riconosciuti e apprezzati a livello internazionale, che, con orgoglio, ci è stato trasmesso dai nostri padri e che è nostro dovere preservare vigilando, con lungimiranza, affinché anche le generazioni future possano continuare ad usufruire delle stesse protezioni e tutele.
Il nostro Paese deve riuscire a mettere a frutto il lavoro fin qui svolto, l’opera di risanamento portata avanti chiedendo ai nostri cittadini sacrifici e la rinuncia ad opportunità e privilegi che il livello di elevato benessere raggiunto dal nostro Stato ha reso per tanti anni possibile. La Repubblica –ci preme ripeterlo– ha bisogno che il nostro sistema produttivo torni a crescere, a creare nuove opportunità di lavoro, ad offrire ai nostri giovani la prospettiva di poter costruire su solide fondamenta il loro futuro. Una battuta d’arresto, in questo momento, rischia di fermare e di
complicare il difficile cammino da percorrere in un contesto internazionale che
ancora non ha superato la fase recessiva.
Nei giorni scorsi il Consiglio dell’Unione Europea ha deliberato l’avvio di negoziato per accordi che porteranno il nostro Stato, con il Principato di Andorra e il Principato di Monaco, a rafforzare la sua presenza in Europa e la sua cooperazione con gli altri Stati membri dell’Unione Europa. Un passo importante che, nel rispetto delle particolari realtà e peculiarità di ciascuno dei piccoli Stati, porterà a condizioni di maggior parità e a benefici per le nostre imprese, per i nostri cittadini e per i nostri giovani.
L’avvenire del nostro Stato è nelle mani dei nostri più giovani cittadini, cui dobbiamo garantire le condizioni per guardare con fiducia al futuro, offrendo
loro l’opportunità di valorizzare al meglio le proprie capacità e potenzialità e di acquisire quelle competenze che permetteranno loro di essere compartecipi, a pieno titolo, della crescita economica, culturale e sociale della nostra Repubblica.
L’anno che sta volgendo al termine è stato segnato anche dalla “questione morale”, con l’emergere di fenomeni che, per ampiezza e gravità, tanto sconcerto hanno suscitato nella nostra popolazione. Esortiamo la Magistratura a proseguire in piena autonomia nel proprio compito per fare chiarezza e accertare ogni responsabilità in merito.
Una chiarezza necessaria anche per ridare piena credibilità alla politica, per porre un argine ad atteggiamenti di sfiducia e di discredito generalizzato e per contrastare efficacemente ogni tentativo di condizionare in modo non trasparente
un passaggio particolarmente delicato e complesso nella vita della nostra Repubblica.
Il nostro Paese ha nella cultura e nella conoscenza le condizioni per il suo sviluppo futuro. Alla nostra scuola dobbiamo pertanto riservare grande attenzione e sensibilità, affinché possa continuare ad essere una realtà vitale e dinamica, al
passo con un mondo che muta con sempre maggior rapidità, in grado di rispondere alle esigenze di maggior integrazione, soprattutto a livello europeo, del nostro Paese, ma anche di adempiere alla propria funzione formativa e di contribuire a trasmettere un forte senso di appartenenza alla nostra Repubblica e
a quel patrimonio ideale e morale che è a fondamento della nostra identità. Il nostro Paese -ha celebrato quest’anno il quarantesimo anniversario della promulgazione della “Dichiarazione dei diritti dei cittadini e dei principi fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese”, con cui si sono poste le basi di ogni futuro sviluppo politico e istituzionale della nostra Repubblica, senza perdere alcuno dei presupposti essenziali della nostra tradizione storica e della nostra peculiare identità. Una ricorrenza che deve richiamare l’attenzione della collettività e delle Istituzioni alle nuove istanze ed esigenze che, nel corso degli anni, sono emerse in seno alla nostra comunità, e promuovere altresì un impegno concreto a
riconoscimento delle legittime aspettative di tanti nostri concittadini. Con grande rammarico, dobbiamo purtroppo constatare, come tanti, troppi sammarinesi, siano privi di quel lavoro che proprio la nostra Dichiarazione riconosce come diritto e dovere di ogni cittadino. È stato finalmente istituito il Fondo Straordinario di Solidarietà per venire incontro alle esigenze più urgenti ed immediate di tutti coloro che sono privi di altri mezzi per il proprio sostentamento. Uno strumento assolutamente indispensabile, che può e deve essere ulteriormente perfezionato e potenziato per riuscire a rispondere appieno alle impellenti difficoltà ed emergenze di questo momento.
A tutti coloro che sono privi di lavoro, alle famiglie che si trovano in condizioni di grave disagio, esprimiamo i sentimenti della nostra particolare vicinanza unitamente al nostro impegno per mantenere sempre al centro dell’attenzione le loro esigenze e la loro legittima aspettativa di una vita più dignitosa e meno segnata dall’incertezza e dalla precarietà.
Lo scorso 30 novembre si sono svolte le consultazioni per l’elezione dei Capitani e dei membri delle Giunte di Castello. Auspichiamo che essi possano trovare nella nuova legge un valido strumento per adempiere al proprio mandato e meglio corrispondere alle aspettative dei propri concittadini. La consultazione è stata purtroppo segnata da un livello di astensionismo in cui ha trovato espressione non solo la quotidiana difficoltà che gran parte della nostra popolazione vive, ma anche un diffuso senso di malcontento e di disaffezione nei confronti della classe politica.
Nel momento in cui prosegue un impegnativo processo di cambiamento del nostro Paese, ci preme ribadire con forza l’importanza della partecipazione, con l’esercizio concreto del diritto di voto, o ancor più con l’impegno politico, per contribuire attivamente al processo di rinnovamento, per incidere in modo costruttivo nella vita dei partiti e dei movimenti politici che – nonostante le difficoltà attuali - continuano ad avere un ruolo centrale e fondamentale per il buon funzionamento della democrazia. La criticità del momento esige da parte di tutti un apporto costruttivo e responsabile, la capacità di superare contrapposizioni e scontri che certo non aiutano a trovare le soluzioni più eque ed idonee al rilancio del nostro Paese. La possibilità di esprimere la propria opinione, il proprio dissenso e anche la propria protesta da parte dei cittadini, singoli e associati, è un cardine della democrazia, uno degli elementi che la qualificano e la sostanziano. Ma, oggi, riteniamo doveroso richiamarci a quelle regole di rispetto delle Istituzioni e delle
persone che sono a fondamento della convivenza di una comunità, e riportare tutti ad un confronto civile e democratico, dai toni anche accesi ed aspri, ma sempre alieno da ogni forma di violenza, fisica e verbale.
Carissime concittadine e carissimi concittadini,
non possiamo sottovalutare le impegnative sfide che ancora restano da affrontare, ma dobbiamo farlo con la consapevolezza delle tante potenzialità e risorse presenti nel nostro Paese, della voglia di riscatto della nostra popolazione, dell’entusiasmo e della capacità propositiva di tanti nostri giovani. Con l’apporto e il contributo di tutti, la disponibilità di ciascuno a fare la propria parte, a confrontarsi con senso di responsabilità, senza voler far prevalere interessi corporativi o ricercare consensi immediati, con la solidarietà tra i cittadini e le generazioni, riusciremo a compiere quel balzo in avanti di cui ha bisogno il nostro Paese e la nostra popolazione per guardare finalmente con fiducia al futuro.
Carissime concittadine e carissimi concittadini,
al termine di questo saluto la Reggenza desidera ringraziarVi per il cortese
ascolto e porgere a tutti Voi, che risiedete in Patria e che risiedete in altri Paesi,
l’augurio più affettuoso e cordiale di serenità e benessere per il Nuovo Anno".
Riproduzione riservata ©