La finanziaria, licenziata in Consiglio Grande e Generale lo scorso dicembre, ha confermato in modo inequivocabile l’incapacità del Governo di avere un piano di sviluppo serio per il Paese. I tagli lineari non tengono conto dei settori, delle specificità e di quelli che possono essere veramente gli sprechi e le inefficienze, anzi: i settori su cui un buon governo in tempo di crisi investirebbe, hanno visto una brusca riduzione di budget, e le situazioni di inefficienza, al contrario, sono passate in sordina.
Questa finanziaria, che tanto costa ai sammarinesi, è improntata esclusivamente a tamponare l’immediato, senza guardare al futuro.
La miopia dimostrata porterà il Paese sull’orlo dell’implosione economica e sociale.
I fatti da ricordare, purtroppo, partono da prima: basti pensare alla riforma pensionistica, al decreto Mussoni, al trattamento riservato ai 18 bidelli-cuochi come conseguenza di una spending review che anziché partire dagli sprechi parte dal lavoro delle persone. A questi si aggiungono i precari della pubblica amministrazione, tutti, nessuno escluso, insegnanti compresi che si sono ritrovati un decurtamento del 6,5% in busta paga contro l’1,5% dei colleghi in organico.
Per non parlare degli incentivi al lavoro, al vaglio nei prossimi giorni della commissione preposta, dedicati ai giovani e alle donne: inesistenti.
Non è accettabile che per i giovani si individuino solo incentivi all’apprendistato e allo stage e per le donne il nulla.
Gli incentivi al lavoro non devono giocare ulteriormente sulla precarietà, al contrario devono promuovere le assunzioni a tempo indeterminato, il part-time per dare opportunità a più persone di trovare lavoro; devono incentivare la stabilità, non l’esatto opposto!
Il settore privato è lasciato al suo destino, privo di un piano di rilancio dell’economia: la percezione è che gli imprenditori seri e i lavoratori non siano abbastanza importanti per il Governo.
Dov’è il principio di equità che dovrebbe essere la bussola di un sistema democratico come il nostro?
Non sono l’aeroporto o il parco tecnologico che salveranno San Marino, così come i tagli indiscriminati. Serve che la politica faccia il suo dovere: dare risposte puntuali e serie, faccia proposte e torni ad essere al servizio del Paese, e non auto referenziale.
La ripresa è una strada in salita, però ci sono due modi per affrontarla: tagliare e dire che è un male necessario senza specificare per cosa, oppure parlare chiaramente, dicendo che i sacrifici sono necessari ma in vista di un progetto concreto. In ogni caso un paese che non investe sulle generazioni più giovani è un paese che muore lentamente. Un paese che taglia sanità e cultura è un paese che arretra nell’ignoranza e nella sofferenza. Questo è il punto.
Comunicato stampa Vanessa D’Ambrosio (Sinistra Unita)
Questa finanziaria, che tanto costa ai sammarinesi, è improntata esclusivamente a tamponare l’immediato, senza guardare al futuro.
La miopia dimostrata porterà il Paese sull’orlo dell’implosione economica e sociale.
I fatti da ricordare, purtroppo, partono da prima: basti pensare alla riforma pensionistica, al decreto Mussoni, al trattamento riservato ai 18 bidelli-cuochi come conseguenza di una spending review che anziché partire dagli sprechi parte dal lavoro delle persone. A questi si aggiungono i precari della pubblica amministrazione, tutti, nessuno escluso, insegnanti compresi che si sono ritrovati un decurtamento del 6,5% in busta paga contro l’1,5% dei colleghi in organico.
Per non parlare degli incentivi al lavoro, al vaglio nei prossimi giorni della commissione preposta, dedicati ai giovani e alle donne: inesistenti.
Non è accettabile che per i giovani si individuino solo incentivi all’apprendistato e allo stage e per le donne il nulla.
Gli incentivi al lavoro non devono giocare ulteriormente sulla precarietà, al contrario devono promuovere le assunzioni a tempo indeterminato, il part-time per dare opportunità a più persone di trovare lavoro; devono incentivare la stabilità, non l’esatto opposto!
Il settore privato è lasciato al suo destino, privo di un piano di rilancio dell’economia: la percezione è che gli imprenditori seri e i lavoratori non siano abbastanza importanti per il Governo.
Dov’è il principio di equità che dovrebbe essere la bussola di un sistema democratico come il nostro?
Non sono l’aeroporto o il parco tecnologico che salveranno San Marino, così come i tagli indiscriminati. Serve che la politica faccia il suo dovere: dare risposte puntuali e serie, faccia proposte e torni ad essere al servizio del Paese, e non auto referenziale.
La ripresa è una strada in salita, però ci sono due modi per affrontarla: tagliare e dire che è un male necessario senza specificare per cosa, oppure parlare chiaramente, dicendo che i sacrifici sono necessari ma in vista di un progetto concreto. In ogni caso un paese che non investe sulle generazioni più giovani è un paese che muore lentamente. Un paese che taglia sanità e cultura è un paese che arretra nell’ignoranza e nella sofferenza. Questo è il punto.
Comunicato stampa Vanessa D’Ambrosio (Sinistra Unita)
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