Per il corriere Amazon da alcuni giorni San Marino risulta ufficialmente in zona "Europa 3", ovvero l'elenco dei paesi in cui i venditori terzi del colosso del web possono prevedere restrizioni di spedizione. Una situazione che ha portato il corriere a comunicare a diversi sammarinesi che, per determinati articoli, non verranno più effettuate consegne sul Titano. Sul tema Domani-Motus Liberi interviene sui social network, con un post che difende il lavoro svolto dalla Segreteria Industria e accusa alcuni membri del Congresso di Stato di aver compromesso i rapporti.
"La strada tracciata era piuttosto chiara: - si legge - includere l’accordo per regolamentare la consegna dei pacchi in un progetto più grande ed ambizioso, portare investimenti diretti del gruppo in territorio per supportare un percorso di transizione digitale, che coinvolgesse tanto le imprese sammarinesi - che avrebbero potuto prendere in mano i servizi IT del Paese - quanto la parte pubblica, il tutto senza dimenticare il doveroso rispetto delle normative fiscali". DML ricorda il memorandum firmato a San Marino con il numero 2 di Amazon Paul Misener e cita investimenti già avvenuti per diverse migliaia di euro.
Una via segnata, finché, scrive il partito, qualcosa è "andato storto". In particolare DML rimarca "numerosi atteggiamenti ostativi e volti a perdere tempo, in particolare da parte di alcuni Segretari di Stato espressi dal PDCS e da RETE, oltre che da parte di alcuni uffici - il cui senso dell'operato non comprendiamo, se non legato a ragioni politiche - che avrebbero classificato questo cambiamento come un attacco diretto ad un sistema di gestione accentrata a cui non si vorrebbe rinunciare". Secondo Motus l'unico vero problema sarebbe stato "il dover riconoscere ad un Segretario di Stato ed al partito politico che lo ha espresso un risultato importante per il Paese".
Nello specifico attribuisce il blocco delle consegne ad "un maldestro approccio da parte di un congressista espresso dal PDCS", che ha portato "la compromissione dei rapporti con Amazon al punto di renderli, con ogni probabilità, irrecuperabili ed al punto da far pensare al gruppo di abbandonare il Paese e i progetti ad esso dedicati. Nella nota Motus parla espressamente anche di "boicottaggi" e si schiera contro altri progetti che vengono portati avanti "con finalità discutibili", con particolare riferimento al distretto economico speciale. DML riconosce di aver chiesto chiarimenti sul progetto che sarebbe guidato "dalla solita logica del guadagno facile - ma non per tutti" e che metterebbe a rischio la sovranità del paese.
Da qui l'invito al Congresso di Stato "ed in particolare chi ancora si ostina ad essere espressione della politica della distruzione, a mettere da parte i colori politici e a lavorare nell'interesse del Paese, non perdendo questa irripetibile occasione. Se ciò non avverrà, ancora una volta a rimetterci sarà lo Stato: i responsabili - conclude la nota - hanno un nome e un cognome".