Al tavolo “istituzionale” si riparte dall'analisi dei dati. Se alcune forze politiche - a sentire gli interventi in Consiglio - non nascondono perplessità, su quel confronto allargato sono puntati gli occhi del Fondo Monetario. Gli esperti di Washington hanno infatti rimarcato l'importanza di un paese unito contro la crisi. Sul bilancio di previsione si cercano condivisioni con tempi stretti e in mezzo ad una campagna elettorale che in molti si aspettano al veleno. Gli organismi internazionali, nelle loro periodiche visite, accendono i riflettori su problemi noti, che richiedono soluzioni urgenti. Le risorse stanziate dalla Repubblica per alcuni comparti – rileva il Fondo – sono superiori a quelle di altri paesi più grandi. Le vulnerabilità del settore finanziario, il sistema bancario con capitali ridotti e il basso livello di liquidità limitano il credito alle imprese. Per rilanciare il settore servono 700 milioni.
Le ricette del Fondo passano da un minor contributo dello Stato alle crisi bancarie: per non pesare troppo sul bilancio pubblico – avvertono gli esperti - occorre ripristinare la liquidità privatamente. Accanto a raccomandazioni a politiche attive, l'invito - tenuto conto di livelli di passività insostenibili nel lungo periodo - a garantire sostenibilità del debito, maggiore gettito e più accurata spesa pubblica. E ancora: riforma dell'Iva, delle pensioni e una distribuzione più mirata dei sussidi ai cittadini.
Riguardo a Banca Centrale, gli esperti ne sostengono l'indipendenza e suggeriscono anche una maggior presenza sul fronte della vigilanza. Infine l'augurio ad un esito positivo del confronto allargato, in attesa del loro ritorno, in Repubblica, a Gennaio. Il Segretario alle Finanze ritiene che il Fondo non possa che guardare positivamente ad un paese unito. E mentre prosegue il confronto fra politica, categorie e forze sociali, la giustizia torna protagonista dello scontro politico. Repubblica Futura punta il dito sulla mancata presa d'atto della nomina dei due giudici d'appello, ritenuta fondamentale alla luce di numerosi processi incagliati e rischi di prescrizione. Non risparmia critiche a chi ha scelto la via dell'ostruzionismo per evitare che si arrivasse all'esame del comma. “Evidentemente c’è chi - attacca Rf - preferisce un Paese dove il Tribunale funzioni solo quando serve, dove i rinviati a giudizio possono votare in Parlamento e Commissione, e dove condannati in primo grado o rinviati a giudizio pare possano ancora influenzare le scelte di certe parti politiche.