“Siamo fortemente preoccupati per la situazione in Venezuela, che teniamo costantemente monitorata”. Così il Segretario di Stato agli Esteri, che ricorda come da San Marino vi sia “attenzione per le decisioni che potrà prendere l'Unione Europea, nell'auspicio che si giunga ad una posizione condivisa. Riceviamo inoltre l'appello – continua Nicola Renzi - che ha formulato il Santo Padre, per una soluzione pacifica di questa crisi così grave e preoccupante. Abbiamo anche ben presenti le dichiarazioni del Segretario Generale dell'ONU, che segue la situazione da vicino. Confidiamo che tutto possa risolversi all'interno di regole democratiche e senza spargimenti di sangue”. Una posizione – dunque – quella del Titano, all'insegna del rispetto del multilateralismo, anche alla luce di ciò che sta accadendo nel Paese sudamericano, dove – a supporto delle rispettive fazioni – sono scese in piazza migliaia e migliaia di persone. In queste ore, Nicolas Maduro – che nei giorni scorsi aveva aperto alla possibilità di negoziati con l'opposizione -, ha parlato del rischio concreto di una guerra civile, e di come fasce della popolazione si stiano armando in vista di un'aggressione. Proprio ieri, del resto, Donald Trump aveva ricordato come l'uso della forza militare fosse un'opzione sul tavolo dell'amministrazione statunitense. Intanto, dopo l'ultimatum di 8 giorni lanciato da alcuni Paesi UE a Caracas, è arrivato – da parte di Spagna, Gran Bretagna, Francia, Germania, ed altri Stati dell'Unione, il riconoscimento di Juan Guaidò come Presidente ad interim del Venezuela. L'Italia resta per ora in una posizione di sostanziale neutralità; ma non mancano frizioni in seno alla compagine governativa, con la Lega che definisce Maduro un “dittatore” e spinge perché si chiedano elezioni il prima possibile. Dal Presidente della Repubblica, allora, un appello a non avere esitazioni. Mattarella – ricordando “i tanti italiani che vivono in Venezuela” - ha chiesto “chiarezza su una linea – ha sottolineato - condivisa con tutti i nostri alleati e partner UE”. Ribadito il sostegno al Governo di Caracas, invece, da Cina e Russia. “Gli Stati Uniti – ha detto il Ministro agli Esteri Lavrov - non fanno mistero del fatto che vogliono ottenere un cambio di regime a qualunque costo”. Da qui un appoggio all'iniziativa di tenere una conferenza, così come avanzata dal Messico e dall'Uruguay. La riunione di Montevideo doveva riguardare in un primo tempo solo Paesi considerati “neutrali” riguardo alla crisi, ma è stata poi associata al Gruppo di Contatto creato dall'UE, per verificare se esistano le condizioni per un confronto costruttivo fra le parti in causa. Obiettivo che – a quanto pare – si pone anche il Vaticano. Pietro Parolin ha confermato oggi che Maduro ha scritto una lettera al Pontefice. Per il primo collaboratore del Papa, che non ha voluto fare ulteriori commenti, essa “rilancia il dialogo” in Venezuela.
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