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Keith Richards a Rolling Stone Italia: "Non andrò mai in pensione"

9 ott 2015
È un anno importante per Keith Richards, protagonista della scena musicale con un nuovo album da solista e un documentario sulla sua vita. La rivista Rolling Stone Italia lo ha incontrato nel verde della sua casa nel Connecticut. Ecco l'intervista:
Nel docufilm, a un certo punto Steve Jordan racconta che gli hai confessato “Potrei andare in pensione”. Lo hai detto davvero?
“Il libro mi aveva prosciugato le energie, più di quanto credessi. Poi Steve e Jane Rose mi hanno detto: "L’unica cosa che devi fare è tornare in studio”, e io mi sono reso conto che era quello che mi mancava. Un minuto dopo ho capito: “Non andrò mai in pensione”. Perché io sono nato per lavorare con una band, per collaborare con gli altri. Sono inutile senza la mia gang intorno”.
Gli Stones sono molto più divertenti da vedere adesso che in altri momenti della vostra carriera, come all’inizio degli anni ’90. Siete tutti più rilassati e sembra che non abbiate paura di prendervi in giro. “Perché è solo rock&roll, capisci? Devi sempre ricordatelo, è solo rock&roll, quindi deve essere divertente. Appena cominci a prenderlo troppo sul serio diventa rock, e il roll sparisce. (Ride). E alla fine per me il roll è la cosa più importante”.
Sei diventato nonno. “Essere nonno è una posizione interessante. Per prima cosa, non credi mai che ci arriverai, giusto? Non è certo la prima cosa che pensi: “Chissà come deve essere diventare nonno”. La distanza che c’è tra genitore e nonno può essere molto utile e avere effetti positivi. Voglio dire, ci sono un paio di miei nipoti che non vedono l’ora di venire in tour con me!”
Sull’account Instagram degli Stones c’è una foto di te con Ed Sheeran. Cosa trovi di interessante in lui? “La cosa più interessante è che è una one man band, tanto per cominciare. Poi mi piace incontrare persone e capire subito che non pensano solo alla fama. Amy Winehouse avrebbe potuto essere così, purtroppo. Lo era già in effetti, ed è veramente triste pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare”.
Ho sentito dire che ti piace fare giardinaggio. “Si, ho appena finito di farlo con mia moglie. Ti spiego come funziona: mia moglie pota le piante, e io sto seduto e le dico: “Ne hai saltata una!”. (Ride). Poi tiro fuori la pompa e innaffio. Questa è la mia idea di giardinaggio”.
Stai ancora sveglio tutta la notte? “No, no, al massimo fino alle due, o anche all’una. È stata una fase della mia vita, e aveva molto a che fare con la cocaina. Sai, ti tiene sveglio.
Hai smesso di colpo, vero? (Si indica la testa, l’incidente del 2007, ndr). “Sì. Non posso più farlo... Sai, devo prendere farmaci anticoagulanti... Non è più come prima. E poi mi aveva stufato. Lo facevo solo perché l’avevo sempre fatto”.

(ANSA)

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