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"Lupin III The first" di Takashi Yamazaki

Torna al cinema con una veste grafica nuova uno dei personaggi più amati dei cartoni giapponesi

di Mirco Zani
25 feb 2020

Lui è il discendente di una nobile famiglia di ladri galantuomini, i Lupin. Capostipite, il famoso Arsenio che abbiamo imparato ad amare nella serie televisiva a lui dedicata, magistralmente interpretata da "Georges Descrières". 

Il suo nome? Lupin III. Uno dei personaggi uscito dalla mente e dalla penna di Monkey Punch (pseudonimo di Kazuhiko Kato), scomparso a 81 anni nell'Aprile del 2019, ladro scatenato e scanzonato, non ci mette molto a diventare uno dei personaggi icona tra i più amati del panorama dell'animazione giapponese. Lupin III è caratterizzato da una libertà senza confini, che gli permette di fare tutto quello che vuole ogni volta che vuole, senza mai legarsi a niente o nessuno in particolare. Esce per la prima volta come striscia a fumetti, siamo nel 1967 esolo 4 anni dopo nel 71 debutta come anime nella sua prima di tante serie televisive. Arriva poi anche il cinema dove lo vedremo in ben 10 film animati in 2D, famoso tra tutti quello del 1979 diretto da Hayao Miyazaki, Lupin III: Il castello di Cagliostro.

Lo abbiamo ammirato in sue live action e ora finalmente torna sul grande schermo in Cgi con il film dal titolo "Lupin III: The First" nelle sale da fine febbraio, diretto da Takashi Yamazaki con la Koch Media.  Il film utilizza il registro dell'action comedy cogliendo anche elementi di saghe come quella di 007 e I predatori dell'arca perduta, per rilanciare tra le nuove generazioni, il fascino del personaggio, nipote, come dicevamo, del grande ladro Arsenio Lupin. La squadra non cambia e con Lupin, ritroviamo amici, compici e 'nemici' di sempre: i compagni di scorribande Jigen, sempre pistola in mano, e sigaretta in bocca; il laconico samurai Goemon; la poco affidabile Fujiko, l'immancabile Fiat 500 Gialla, ma anche l'ispettore Zenigata, il poliziotto dell'Interpol che dà la caccia a Lupin III.


L'intento è quello di arrivare ad un pubblico decisamente più giovane, per questo restano la leggerezza e lo humour del protagonista, perdendo però i suoi aspetti più provocatori e meno politically correct, in una rilettura carica di toni caldi, colori pastello e dal tratto 'ammorbidito'.

Bentornato Lupin III






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