Stadio mezzo vuoto, poco entusiasmo sulle gradinate semivuote e russi ''troppo freddi'': Mosca puo'
''gelare'' anche in piena estate, come dimostra l'atmosfera surreale che ha fatto da cornice alla vittoria di Usain Bolt nei 100 metri, ieri ai Mondiali di atletica. Se n'e' lamentato lui stesso, dopo una gara vinta (9''77) ma non stravinta, e senza i suoi tradizionali show prima e dopo la corsa, a parte mimare l'apertura di un ombrello contro un inesorabile temporale.''Quando andavo nell'area di riscaldamento nessuno rideva,tutti erano troppo seri'', ha osservato il fulmine giamaicano,frenato forse nelle sue stravaganze anche da questa atmosfera poco calorosa. ''Sono abituato, quando vado ai campionati,nell'area di riscaldamento, che tutti ridono, parlano, ma penso che la gente in Russia sia un po' più seria'', ha proseguito.'Non so perché sono seri, ma non sorridevano veramente, non parlavano molto'', ha aggiunto, consolandosi in finale ''perché c'erano molti giamaicani e con loro ho potuto ridere e parlare''. Una freddezza rispecchiata anche dalla quotidiana scarsa presenza di pubblico al blasonato stadio Luzhniki, quello in cui nel 1980 Mennea vinse l'oro nei 200. Colpa della poca pubblicita', delle ferie, delle scarse disponibita' economiche dei russi, ma ugualmente strano per un Paese dove in epoca sovietica l'atletica era il vanto delle kermesse mondiali.
Oltretutto Iaaf e organizzatori prima che i Mondiali cominciassero avevano annunciato che era stato gia' venduto l'80% dei biglietti: a guardare gli spalti, non si direbbe.Anche il giamaicano e' sembrato influenzato da questa atmosfera freddina, persino nella sua corsa: un Bolt piu' umano', piu' calcolatore ma anche piu' umile, con quel suo nuovo pizzetto un po' francescano. ''Non e' stata una gara perfetta'', ha ammesso, ma dice di ''accontentarsi'' perche' ha centrato l'obiettivo. Adesso pero', a quasi 27 anni, ne ha un altro piu' ambizioso, dopo aver raggiunto quota 8 medaglie (6 d'oro e 2 d'argento) mondiali in cinque stagioni da dominatore della velocita': vincere anche i 200 m e la staffetta nei 400 m per superare la collezione iridata di Michael Johnson (8 tutte d'oro) e Carl Lewis (8 d'oro, 1 d'argento e 1 di bronzo). Potrebbe essere questo il vero record di Mosca 2013.Intanto l'ex primatista mondiale sovietico di salto in lungo Igor Ter-Ovaneschian, bronzo alle Olimpiadi di Roma e Tokyo,lancia una sfida-scommessa a Bolt, convinto che una ''belva con il suo istinto'' possa arrivare nella specialita' ad un balzo di 9 metri sgretolando un record (8,95 metri) che resiste da 22 anni: dalle colonne del giornale sportivo Sovietski sport, si propone come suo allenatore per stabilire il nuovo primato in pochi mesi, offrendogli un milione di dollari nel caso non riesca nell'impresa (tenendosi un terzo alla somma come coach)
''gelare'' anche in piena estate, come dimostra l'atmosfera surreale che ha fatto da cornice alla vittoria di Usain Bolt nei 100 metri, ieri ai Mondiali di atletica. Se n'e' lamentato lui stesso, dopo una gara vinta (9''77) ma non stravinta, e senza i suoi tradizionali show prima e dopo la corsa, a parte mimare l'apertura di un ombrello contro un inesorabile temporale.''Quando andavo nell'area di riscaldamento nessuno rideva,tutti erano troppo seri'', ha osservato il fulmine giamaicano,frenato forse nelle sue stravaganze anche da questa atmosfera poco calorosa. ''Sono abituato, quando vado ai campionati,nell'area di riscaldamento, che tutti ridono, parlano, ma penso che la gente in Russia sia un po' più seria'', ha proseguito.'Non so perché sono seri, ma non sorridevano veramente, non parlavano molto'', ha aggiunto, consolandosi in finale ''perché c'erano molti giamaicani e con loro ho potuto ridere e parlare''. Una freddezza rispecchiata anche dalla quotidiana scarsa presenza di pubblico al blasonato stadio Luzhniki, quello in cui nel 1980 Mennea vinse l'oro nei 200. Colpa della poca pubblicita', delle ferie, delle scarse disponibita' economiche dei russi, ma ugualmente strano per un Paese dove in epoca sovietica l'atletica era il vanto delle kermesse mondiali.
Oltretutto Iaaf e organizzatori prima che i Mondiali cominciassero avevano annunciato che era stato gia' venduto l'80% dei biglietti: a guardare gli spalti, non si direbbe.Anche il giamaicano e' sembrato influenzato da questa atmosfera freddina, persino nella sua corsa: un Bolt piu' umano', piu' calcolatore ma anche piu' umile, con quel suo nuovo pizzetto un po' francescano. ''Non e' stata una gara perfetta'', ha ammesso, ma dice di ''accontentarsi'' perche' ha centrato l'obiettivo. Adesso pero', a quasi 27 anni, ne ha un altro piu' ambizioso, dopo aver raggiunto quota 8 medaglie (6 d'oro e 2 d'argento) mondiali in cinque stagioni da dominatore della velocita': vincere anche i 200 m e la staffetta nei 400 m per superare la collezione iridata di Michael Johnson (8 tutte d'oro) e Carl Lewis (8 d'oro, 1 d'argento e 1 di bronzo). Potrebbe essere questo il vero record di Mosca 2013.Intanto l'ex primatista mondiale sovietico di salto in lungo Igor Ter-Ovaneschian, bronzo alle Olimpiadi di Roma e Tokyo,lancia una sfida-scommessa a Bolt, convinto che una ''belva con il suo istinto'' possa arrivare nella specialita' ad un balzo di 9 metri sgretolando un record (8,95 metri) che resiste da 22 anni: dalle colonne del giornale sportivo Sovietski sport, si propone come suo allenatore per stabilire il nuovo primato in pochi mesi, offrendogli un milione di dollari nel caso non riesca nell'impresa (tenendosi un terzo alla somma come coach)
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