Il 2013 volge al termine e come in quasi tutti gli sport è tempo di valutazioni, conclusioni e soprattutto premiazioni. Il baseball italiano non si sottrae all'elenco, ma l'assegnazione delle stesse fa quantomeno discutere. Un solo riconoscimento per la T&A, sul tetto d'Italia per il terzo anno consecutivo: sarebbe stato decisamente troppo ignorare Jim Magrane, MVP delle Finals.
Quelle che inizialmente potevano sembrare scelte ponderate sulla base della regular season – non certo sfavillante per i Campioni d'Italia – che hanno guadagnato il lasciapassare alle semifinali solo all'ultima partita utile, vanno invece riconsiderate alle luce di un criterio di valutazione che ha messo nelle mani degli 815 votanti il 70% dell'indirizzo di voto, a fronte del solo 30% ad espressione della stampa. Insomma il voto tifoso più che raddoppiava le considerazioni tecniche, per le quali sono stati indicati Tiago da Silva miglior lanciatore in assoluto e Pantaleoni miglior terza base. Così come Duran, miglior esterno centro, o Vasquez – che la stampa aveva indicato per il premio Robert Fontana. Lo stesso Doriano Bindi, scudettato da tre stagioni consecutive in cui ha ottenuto anche una Coppa dei Campioni, è stato soppiantato dalle considerazioni dei tifosi che hanno preferito Munoz di Parma.
Non è malizia ma considerazione dei fatti, quando si elencano i premi: 5 a Rimini, vicecampione d'Italia; seguono Nettuno e Parma con quattro e tre premi. Bologna e San Marino uno a testa, a dimostrazione di come il fattore demografico abbia inciso maggiormente nella distribuzione di attestati che la critica aveva assegnato diversamente. Ignorare la strepitosa stagione di Mattia Reginato la dice lunga sui criteri di valutazione, ma ad un tifoso non si può chiedere massima imparzialità. La ripartizione del peso specifico di voto tifoso e tecnico potrà forse rendere maggior merito al red carpet del baseball italiano, oggi – nelle parole di chi scrive – non rispondente a quanto espresso nei diamanti dello Stivale.
LP
Quelle che inizialmente potevano sembrare scelte ponderate sulla base della regular season – non certo sfavillante per i Campioni d'Italia – che hanno guadagnato il lasciapassare alle semifinali solo all'ultima partita utile, vanno invece riconsiderate alle luce di un criterio di valutazione che ha messo nelle mani degli 815 votanti il 70% dell'indirizzo di voto, a fronte del solo 30% ad espressione della stampa. Insomma il voto tifoso più che raddoppiava le considerazioni tecniche, per le quali sono stati indicati Tiago da Silva miglior lanciatore in assoluto e Pantaleoni miglior terza base. Così come Duran, miglior esterno centro, o Vasquez – che la stampa aveva indicato per il premio Robert Fontana. Lo stesso Doriano Bindi, scudettato da tre stagioni consecutive in cui ha ottenuto anche una Coppa dei Campioni, è stato soppiantato dalle considerazioni dei tifosi che hanno preferito Munoz di Parma.
Non è malizia ma considerazione dei fatti, quando si elencano i premi: 5 a Rimini, vicecampione d'Italia; seguono Nettuno e Parma con quattro e tre premi. Bologna e San Marino uno a testa, a dimostrazione di come il fattore demografico abbia inciso maggiormente nella distribuzione di attestati che la critica aveva assegnato diversamente. Ignorare la strepitosa stagione di Mattia Reginato la dice lunga sui criteri di valutazione, ma ad un tifoso non si può chiedere massima imparzialità. La ripartizione del peso specifico di voto tifoso e tecnico potrà forse rendere maggior merito al red carpet del baseball italiano, oggi – nelle parole di chi scrive – non rispondente a quanto espresso nei diamanti dello Stivale.
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