Sarà colpa del vento o la maledizione del Mont Ventoux, ma stavolta al Tour non è solo questione di polmoni e pedali. Ci sono grovigli e rincorse ansimanti, ci sono incidenti e una giuria lenta che ci mette una vita ma alla fine sentenzia: distacchi azzerati e Froome che resta in giallo, con buona pace per Yates. Manca un chilometro all'arrivo quando succede il finimondo. Causa vento gli organizzatori avevano già accorciato di 6 km la storica salita, ma non basta. Si evita la parte più esposta, ma non un episodio da film. Una moto della tv resta imbottigliata dai tifosi, frena per evitare di investirne un paio: Porte, Mollema e Froome ci finiscono dentro. La bici della maglia gialla si rompe e il britannico in trance agonistica si mette a correre a piedi verso il traguardo. Poi arriva il cambio ruote ma la nuova bici non è pedalabile. Froome aspetta l'ammiraglia e intanto arrivano Quintana e tutti quelli che aveva staccato. Anche Aru nei guai, costretto a prendere la bici del compagno Fuglsanf, cade Gerrans insomma tappa davvero da tregenda. La fuga giusta che si gioca la vittoria è quella che premia il belga De Gendt su Pauwels e Navarro. Stravolta la classifica, lo sfortunato leader scivola 6° e in giallo c'è Adam Yates. Poi i giudici accreditano a Froome lo stesso distacco di Mollema ed eccolo di nuovo lassù, con 47" di vantaggio sul connazionale. Aru è ottavo a 1'08''.
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