Fora, cade, rimonta, vince. Tutto ad Oropa, strada resa sacra da un santuario e dal sudore di Marco Pantani. A Tadej Pogar non basta il ruolo di favorito, non basta il primo posto. Del resto perché accontentarsi di vincere quando può stravincere? Tappa bellissima fin dalle prime pedalate, in fuga c'è anche la maglia rosa di Narvaez con Bais, Scaroni e la Ciclamino di Fiorelli. Che è protagonista vero della prima parte di giornata perché a un certo punto con lo sfaldarsi del nucleo originario, prova anche ad andar via da solo. La strada sale, il gruppo si frammenta. Adesso è Piccolo a provarci e prendere un minuto e mezzo di margine al traguardo volante di Biella. Pogacar fora, cade, lo fa nella salita che porta al Santuario di Oropa, lo fa e non può non tornare in mente quel che fece Pantani. Rimonta, avversari saltati come birilli, tappa e maglia. Così il Pirata 25 anni fa, così oggi lo sloveno della Emirates. Mancano 4,5 km all'arrivo quando Majka, fondamentale fin lì nella rimonta, si sposta e lancia il capitano. O'Connor ci prova, ma molla subito, Thomas anche. Non ci sono più avversari, L'ormai ex rosa Narvaez sale con Caruso e prende un minuto e mezzo. Tiberi 2'25''. Siamo solo alla seconda tappa e già tutti a chiedersi chi potrà mai fermarlo un Pogacar così.