Raymond Poulidor saluta questo mondo a 83 anni dopo aver vinto poco per quel tanto che era. Succede oggi e succedeva più spesso un tempo specie a chi correva sulle stesse strade, le stesse corse di Jaques Anquetil prima ed Eddie Merckx poi. Era l'eterno secondo, etichetta che è una sentenza, ma che non gli ha impedito di diventare il ciclista francese più amato.
Otto volte sul podio del Tour, mai nemmeno un giorno in maglia gialla. Nemmeno nel 1968 quando partì come capitano della Mercier e pareva proprio l'anno buono. Niente neppure quella volta, sconfitto pure quella volta da una banale caduta. E secondo fu anche al Mondiale '74 dietro al Cannibale, insomma un perdente di successo passato alla storia proprio per le mancate vittorie.
Amava le piante, aveva un orto e un giardino accanto alla sua casetta, a Saint-Léonard. Sua figlia Corinne ha sposato l’ex corridore olandese Adrie Van der Poel. Meno di una settimana fa il nipote Mathieu, ha vinto il campionato europeo di ciclocross in Italia. E mentre Merckx, distrutto e commosso, parla di un grande amico che se ne va, il tirannico Anquetil lo aveva sempre e solo fatto bersaglio dei suoi scherni.
Sul letto di morte lo mandò a chiamare per ricordargli che sarebbe arrivato secondo anche in quell'occasione. E' successo 32 anni fa, e Poulidor lo ha raggiunto ora, rigorosamente secondo, appunto 32 anni dopo.