Il CSKA ritrova il Panathinaikos dopo la finale di Berlino del 2009 quando ad imporsi furono i Verdi campioni in carica, che partono fortissimo nel primo quarto mettendo al muro il CSKA: 29/14 sulla prima sirena con l’appoggio di Logan. Poi iniziano a girare i meccanismi russi, che agguantano la parità con la tripla di Kirilenko. Solo 5 i punti nel secondo quarto per il Panathinaikos, che registra il sorpasso avversario con Krstic, imbeccato così da uno straordinario Teodosic. Dopo la tripla d’angolo di Kamakoglou che riporta avanti i greci, è ancora Kirilenko a volare nel pitturato e schiacciare di rabbia 2 dei suoi 17 punti. Il Panathinaikos riprende a girare e il CSKA rimane aggrappato grazie alle triple di Shved, che in pochi minuti ne piazza 2 da fantascienza. Jasikievicius illude i tifosi greci col canestro del +4 ma è ancora Shved che spacca la partita dalla distanza lanciando la volata. Siskauskas mette poi la parola fine all’incontro recuperando la palla che vale la finale per i rossoblu di Mosca. Ad attendere i russi per un posto nel gotha del basket europeo ci sarà l’Olympiacos. I greci partono fortissimo, con uno Spanoulis formato gigante. Triple e assist a go-go, come quello che lancia Papanikolaou a segno in contropiede. Oppure il suggerimento vellutato per Dorsey, che alla morbidezza del passaggio coniuga la potenza di una valanga nella difesa catalana. Perovic sa come fermare il numero 7 biancorosso e Navarro tiene in corsa i blaugrana con la tripla del 54-56. Ma sul parquet c’è troppo Spanoulis per il Barcellona: prima la tripla del +5 che ipoteca la vittoria, una perla da vedere e rivedere. Poi l’ennesimo assist al bacio per Dorsey che a suo modo, con la leggerezza di tornado, chiude i conti. Domani alle ore 20.00 la Finale, la 12° per i russi. Ma attenzione all’Olympiacos, che con uno Spanoulis così può centrare il secondo titolo nel palmarès. Luca Pelliccioni
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