Anche se nel recente passato è stato un bellissimo quarto di finale, oggi Maccabi-Milano è la partita degli ultimi e dunque vale solo per l'orgoglio. Ma in tutto questo decadimento vale il principio che a Tel Aviv, dove l'Olimpia ha sempre perso, non si passa. Equilibrio nei primi minuti, un buon Radulijca per l'Armani argina la miglior circolazione israeliana. Il primo mismatch si verifica quando il Maccabi si mette con insistenza a cercare Iverson per attaccare l'area e mettere i lunghi ospiti in difficoltà. L'alternativa si chiama Rudd per i petardi dai 6,25. Il primo quarto fa registrare il +6. Che diventa +9 in apertura di secondo complici un paio di pallacce perse da Milano. Il Maccabi, sostenuto e sospinto da un pubblico sempre molto infuocato, prende a morsi la partita. C'è solo il fallo tra Milano e il naufragio che e un mare largo 16 punti. Nemmeno la scossa che la mano calda di Sanders prova a dare sortisce effetto, perchè la scarsa efficacia difensiva consente ai padroni di casa di prendere tiri semplici e fare regolarmente canestro. Solo nel finale l'efficacia di un Maccabi comunque in controllo viene meno e Milano riesce un pochino a rientrare, sostanzialmente a dimezzare, uno svantaggio che è stato di 20 e che sulla sirena finale suonata sul 92-82 è di 10. Si possono salvare gli ultimi minuti, ammesso cambi qualcosa.
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