Adesso la grande prestazione serve per spiegare come si può sparare due giorni su livelli da record del mondo, da oro olimpico. 125 piattelli su 125 per Manuel Mancini che entra colpo in canna nella finale a sei. E uscire sesto, con 11 su 15 perché quella che è stato fatto prima dell'ultima pedana non conta più. E il doppio zero con il quale Manuel inaugura la serie finale suona già come una condanna. Non c'è tempo per recuperare in uno sport dove un colpo divide il sogno dall'incubo. Saranno 11 con 4 errori e tanta rabbia in corpo. Manuel ha sparato su livelli stratosferici, ha preso complimenti anche dai mostri sacri Pellielo e Barbieri. Che a proposito di scherzi del regolamento si sono giocati l'oro nell'head to head e sempre alla stessa voce lo ha vinto Giovanni Pellielo, lui che per agganciare il treno della finale ha avuto bisogno dello shoot off. La nuova regola, quella sbandierata per ridare slancio e popolarità ad uno sport che non ha i numeri del calcio rischia invece di togliere fascino. Perché modifica geneticamente il concetto di sportività. Tornando su piani sammarinesi Mancini difficilmente prenderà sonno, ma ha confermato talento purissimo sul quale investire. Sull'emotività si può lavorare.
Fuori invece dalla finale Stefano Selva. Che non ha sparato male, anzi. Specie nel secondo giorno ha cercato una rimonta impossibile. Gli errori ereditati dal primo lo costringevano a fare 50 e sperare. I complessivi 119 non sono stati sufficienti.
Roberto Chiesa
Fuori invece dalla finale Stefano Selva. Che non ha sparato male, anzi. Specie nel secondo giorno ha cercato una rimonta impossibile. Gli errori ereditati dal primo lo costringevano a fare 50 e sperare. I complessivi 119 non sono stati sufficienti.
Roberto Chiesa
Riproduzione riservata ©