La prima volta può essere anche a 32, per una Pennetta mai così grande. La brindisina conquista il deserto americano di Indian Wells dove gli italiani fanno storicamente al massimo un paio di turni. Mancava dal 2009 un trofeo a Flavia e sempre sul cemento outdoor che comunque la si voglia vedere è la sua superficie, anche più della terra rossa dove pure ha il saldo attivo più alto. Il trionfo della Pennetta è figlio di una settimana senza macchia più ancora che della finale dove ha facilmente disposto di una Radwanska infortunata e in campo per onor di firma. E' nato attraverso momenti difficili, attraverso l'interpretazione di improvvise folate di vento, di palle da pensare, altre da attaccare alte. La Pennetta non picchia e non ricama, semplicemente scrive una pagina indelebile di storia del tennis italiano. E' un'eccezione nel tennis moderno fatto di energumeni che picchiano come uomini e delicate fanciulle talentuose che però fanno fatica a mandarla di là. É nel pieno adesso della sua seconda carriera. Perché quando l'intervento al polso l'ha costretta a casa per 8 mesi ha anche pensato fosse finito il tuo tempo. Ma quando ha provato a forzare e ha dimenticato il dolore ha capito che ce n'era e ce n'è ancora. Più matura, più forte. Più completa. Più amica di Fabio Fognini. Non fidanzata, non compagna. Due single che si completano dentro e fuori dal campo.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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