Ha giocato alla pari contro il numero 11 del mondo e ha perso 6-4 al terzo dopo oltre due ore di battaglia. Ci si può ritrovare anche con una sconfitta specie se sei stato Filippo Volandri e scopri che in realtà puoi esserlo ancora. San Paolo, bis di Nicolas Almagro, ma il livornese in finale in un 250 è un bel rendez vous al quale nemmeno il tifoso più accanito pensava più. E invece Volandri, avviato ad un finale di carriera a vivacchiare a pancia piena tra i challenger europei, ha reagito da giocatore vero. E’ andato fino in Brasile per cercarsi l’amata terra (sulle altre superfici quel servizio così debole gli fa perdere competitività) e trovare una finale Atp che mancava (come la fiducia) da 5 anni. E come gli scalpi importanti che uno dopo l’altro l’ex numero uno d’Italia portava a casa. Dall’esordio difficile e contro pronostico contro Montanes liquidato in due set, ad un secondo turno più lottato dall’esperto Ramirez Hidalgo ai quarti, vera perla del torneo del toscano. A fargli strada è l’argentino Nalbandian e poi ancora la semi. Bastonato l’idolo di casa Bellucci uno che è già forte e che diventerà fortissimo. Sarà questa la settimana che restituisce al tennis un nuovo Volandri? Per il momento è stato bello rivedere quello vecchio.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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