“I Giochi più belli di sempre, che ha dimostrato che i miracoli non hanno confini” - giusto partire con la dichiarazione di Philip Craven, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, che chiosa in questi termini un'edizione non certo usuale dei Giochi Paralimpici. Chiacchieratissima, discussa, boicottata da diverse delegazioni governative alla cerimonia d'apertura. Fino all'ultimo contestata, con gli atleti ucraini a coprire le medaglie conquistate in terra russa nella classica foto di rito in relazione al discorso Crimea. Sono stati i giochi voluti fortemente da Vladimir Putin, edizione in cui gli atleti di casa hanno recitato il ruolo dell'egemone. Sportivo. 80 medaglie conquistate, di cui trenta ori. Più che triplicati i tedeschi, che con 15 podi di cui 9 ori sono la seconda forza del medagliere.
Un buco nell'acqua la spedizione azzurra, iniziata col titolo di cronaca e non di sport: Igor Stella, membro della nazionale di ice sledge hockey – sorpreso positivo ad una sostanza dopante contenuta in una crema cortisonica – è stato condannato a 18 mesi di squalifica. Gli altri 33 membri della delegazione, invece, non sono riusciti ad avvicinare il podio: il sesto posto è il punto privilegiato da cui Enzo Masiello nella 10km sitting, Alessandro Daldoss nella discesa libera ipovedenti e la Nazionale di ice sledge hockey hanno potuto ammirare il dominio russo, meglio di altri compagni, come l'olimpionica Francesca Porcellato, costantemente oltre i dieci.
Dalla nazionale di ice sledge hockey le migliori soddisfazioni, con un miglioramento rispetto a Vancouver pur avendo affrontato un girone di ferro perdendo solo con Stati Uniti e Russia, per togliersi le soddisfazioni con Corea del Sud e Svezia prima di capitolare con la Repubblica Ceca nella finale per il quinto posto.
Si può guardare con ampio ottimismo al futuro, a livello di risultati: a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, infatti, peggio non si può certo fare tra quattro anni a Pyeongchang.
LP
Un buco nell'acqua la spedizione azzurra, iniziata col titolo di cronaca e non di sport: Igor Stella, membro della nazionale di ice sledge hockey – sorpreso positivo ad una sostanza dopante contenuta in una crema cortisonica – è stato condannato a 18 mesi di squalifica. Gli altri 33 membri della delegazione, invece, non sono riusciti ad avvicinare il podio: il sesto posto è il punto privilegiato da cui Enzo Masiello nella 10km sitting, Alessandro Daldoss nella discesa libera ipovedenti e la Nazionale di ice sledge hockey hanno potuto ammirare il dominio russo, meglio di altri compagni, come l'olimpionica Francesca Porcellato, costantemente oltre i dieci.
Dalla nazionale di ice sledge hockey le migliori soddisfazioni, con un miglioramento rispetto a Vancouver pur avendo affrontato un girone di ferro perdendo solo con Stati Uniti e Russia, per togliersi le soddisfazioni con Corea del Sud e Svezia prima di capitolare con la Repubblica Ceca nella finale per il quinto posto.
Si può guardare con ampio ottimismo al futuro, a livello di risultati: a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, infatti, peggio non si può certo fare tra quattro anni a Pyeongchang.
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