La richiesta è partita dalla federazione servizi della Csu. Il Tribunale l’ha accolta e ha apposto i sigilli alla sede della Todos, meglio nota come il primo call-center di San Marino. L’iniziativa, appoggiata da 21 dei 29 dipendenti, nasce dal mancato pagamento degli stipendi di novembre e dalla già annunciata difficoltà nel corrispondere tredicesima e stipendio di dicembre. Purtroppo, commenta Alfredo Zonzini della Csdl, dobbiamo constatare che le nostre fortissime perplessità riguardo a progetti di sviluppo basati su società a basso valore aggiunto – quali sono tipicamente i call center – stanno trovando conferma concreta. Questo nonostante incentivi e agevolazioni concessi dallo Stato per il ricollocamento di lavoratori attinti dalle liste di mobilità. L’aspetto che preoccupa di più, ricorda Zonzini, è che se la società dovesse chiudere i battenti, molti si ritroverebbero senza neanche il paracadute degli ammortizzatori sociali. Ci sono già stati incontri con la proprietà e la Segreteria al lavoro, puntualizza Gianluigi Giardinieri della Cdls. Purtroppo le prospettive per il futuro prossimo sono quanto mai incerte e, per evitare ulteriori danni, sono stati sequestrati i beni aziendali a salvaguardia dei crediti maturati dai dipendenti della Todos. La federazione servizi si dice convinta che l’apertura di nuove attività – quasi sempre sostenuta da aiuti pubblici – deve essere attentamente monitorata. La necessità di ricollocare le centinaia di lavoratori in mobilità e i tantissimi giovani iscritti nelle liste di disoccupazione – sottolinea – non deve essere un pretesto per abbassare la guardia. Forse, conclude la nota, i tanto decantati criteri meritocratici, dovrebbero essere applicati prima di tutto nei confronti di chi viene ad investire nel nostro territorio. La Segreteria di Stato al lavoro sta seguendo la vicenda ed entro i primi di gennaio incontrerà le organizzazioni sindacali.
Sonia Tura
Sonia Tura
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