La difesa di Biljana Baruca, in carcere dal 23 giugno, scrive a Capitani Reggenti, Consiglio, Governo, Consiglio Europa e Ambasciata di Slovenia sulle condizioni di detenzione della donna.
Come Claudio Podeschi, la sua compagna Biljana Baruca si trova in una cella del carcere di San Marino da 36 giorni e gli avvocati Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai, difensori di entrambi, hanno redatto una lettera in cui descrivono le precarie condizioni di detenzione della donna. Lettera inviata alle più alte istituzioni sammarinesi, a partire dai Capitani Reggenti, ma anche al Consiglio d'Europa e all'ambasciata di Slovenia in Italia. Biljana Baruca è infatti cittadina slovena e sammarinese.
Nella missiva si sottolinea il fatto che Biljana Baruca è detenuta in una cella nell'area piu' fatiscente del carcere, soluzione adottata – scrivono i legali - in assenza di una sezione femminile. Mancano quindi i presidi sanitari adatti ad una donna e questo le ha provocato l'insorgenza di problemi di salute.
Viene inoltre messo in evidenza che alla signora Baruca è stato impedito di incontrare il figlio minorenne, nonostante sia orfano di padre. Solo due telefonate in un mese. Misure che in Italia, affermano i legali, non vengono applicate neppure ai mafiosi in carcere col 41 bis. La donna, inoltre, non avrebbe avuto il necessario supporto per poter votare per corrispondenza nelle elezioni slovene dello scorso 13 luglio.
Tutte circostanze che secondo gli avvocati Annetta e Pagliai sono in contrasto con le raccomandazioni del Comitato Europeo per la prevenzione e la tortura e con la Carta dei Diritti Fondamentali.
Luca Salvatori
Come Claudio Podeschi, la sua compagna Biljana Baruca si trova in una cella del carcere di San Marino da 36 giorni e gli avvocati Massimiliano Annetta e Stefano Pagliai, difensori di entrambi, hanno redatto una lettera in cui descrivono le precarie condizioni di detenzione della donna. Lettera inviata alle più alte istituzioni sammarinesi, a partire dai Capitani Reggenti, ma anche al Consiglio d'Europa e all'ambasciata di Slovenia in Italia. Biljana Baruca è infatti cittadina slovena e sammarinese.
Nella missiva si sottolinea il fatto che Biljana Baruca è detenuta in una cella nell'area piu' fatiscente del carcere, soluzione adottata – scrivono i legali - in assenza di una sezione femminile. Mancano quindi i presidi sanitari adatti ad una donna e questo le ha provocato l'insorgenza di problemi di salute.
Viene inoltre messo in evidenza che alla signora Baruca è stato impedito di incontrare il figlio minorenne, nonostante sia orfano di padre. Solo due telefonate in un mese. Misure che in Italia, affermano i legali, non vengono applicate neppure ai mafiosi in carcere col 41 bis. La donna, inoltre, non avrebbe avuto il necessario supporto per poter votare per corrispondenza nelle elezioni slovene dello scorso 13 luglio.
Tutte circostanze che secondo gli avvocati Annetta e Pagliai sono in contrasto con le raccomandazioni del Comitato Europeo per la prevenzione e la tortura e con la Carta dei Diritti Fondamentali.
Luca Salvatori
Riproduzione riservata ©