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In dirittura d'arrivo il processo agli ex vertici Asset. L'11 ottobre, forse, la conclusione

Davanti al Giudice Morsiani anche altre udienze. Disposto il regresso in istruttoria di un procedimento per riciclaggio

22 set 2023
In dirittura d'arrivo il processo agli ex vertici Asset. L'11 ottobre, forse, la conclusione

Input di carattere tecnico, questa mattina, nel processo a Stefano Ercolani e Barbara Tabarrini. Come è noto risalgono al periodo in cui erano Presidente e Direttore di Asset, le contestazioni. La principale è amministrazione infedele; stando agli inquirenti sarebbero stati concessi prestiti – attraverso una società apparentemente terza – al gruppo De Biagi. Sentito il perito d'ufficio. Da una parte ha sottolineato come per due finanziamenti non fossero state stimate le garanzie; dall'altra – su precisa domanda – ha riconosciuto la non prevista obbligatorietà di queste. Dal canto suo il perito della Difesa si è soffermato sul merito creditizio della società in questione, derivante dalla locazione di un immobile a San Giovanni in Marignano. Partita apparentemente aperta, quando si è ormai alla fase conclusiva. Prossima udienza l'11 ottobre. Elemento di una certa rilevanza la “contiguità temporale” con quello che è stato definito il processo dell'anno – il “caso titoli” -, nel corso del quale si dovrà far luce anche sul commissariamento di Asset.

Estraneo invece ai travagli del sistema bancario, un altro procedimento affrontato in giornata, e terminato con la condanna di un 65enne. Secondo l'accusa avrebbe incolpato una donna – pur sapendola innocente - del furto di una cassaforte. Vicenda particolare; la parte lesa era infatti la segretaria del padre dell'imputato, che prima della morte avrebbe deciso di diseredare il figlio e destinare invece il proprio patrimonio alla donna, vista anche la sua dedizione – a quanto pare - nell'aiutare membri della famiglia in difficoltà. Da qui, dunque, il presunto movente. La Difesa ha contestato però sia il dolo che l'elemento oggettivo. Non dello stesso avviso il Giudice Morsiani. 6 mesi di prigionia, pena sospesa. Disposto infine il regresso in istruttoria di un procedimento per riciclaggio che vedeva alla sbarra due sessantenni ternani. Robusto – ad avviso degli inquirenti – l'ammontare delle somme trasferite in Repubblica: oltre 2 milioni e 250.000 euro. Il confronto si è concentrato sul capo di imputazione – troppo generico per la Difesa -, e dove sarebbe stata fatta esplicita menzione solo di evasione fiscale. Ma nelle varie fasi dell'indagine sarebbero emersi altri presunti reati presupposti, ha fatto notare la Procura del Fisco. Deciso allora il passo indietro, affinché il Giudice Inquirente possa riformulare l'imputazione.





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