Dopo lo sgombero all'alba di Villa Ricci, occupata abusivamente il 23 maggio, alcuni militanti del centro sociale Paz stanno aspettando di incontrare il sindaco, Andrea Gnassi, per affrontare la questione che loro definiscono "politica". I militanti, che stazionano davanti al Comune dove la situazione è monitorata da polizia e carabinieri, hanno chiesto un incontro con l'amministrazione che si sarebbe detta disponibile a trovare una soluzione per i senzatetto. Lo stesso gruppo di manifestanti, con megafono e striscione, in precedenza questa mattina, dopo che gli agenti della Digos avevano sgomberato Villa Ricci, si era posizionato davanti all'ingresso della Questura in attesta dell'uscita dei 14 occupanti identificati e denunciati per invasione di proprietà e per gli allacci abusivi di acqua e luce. I 14, 11 uomini e 3 donne, di cui 5 italiani e gli altri di varie nazionalità tra cui Mali, Nigeria, Kenya, Senegal, Marocco e Costa d'Avorio, dopo l'identificazione sono stati rilasciati. Secondo i risultati delle indagini solo in 5 risultano senza precedenti di polizia. La maggior parte hanno alle spalle denunce per furti, ricettazione, rapina impropria e aggravata qualcuno per droga e qualcun altro per associazione per delinquere. Degli stranieri due risultano senza permesso di soggiorno, e uno col permesso scaduto in gennaio. Lo sgombero è stato condotto su ordine della magistratura, dopo che il pm Davide Ercolani lo ha richiesto e il gip l'ha autorizzato. Secondo il giudice, Sonia Pasini che ha posto sotto sequestro l'immobile che verrà poi restituito al Comune, "il consenso informale a permanere nello stabile del quale si era dato conto nei primi atti di pg in realtà non è risultato essere tale". Il riferimento è ad una telefonata dopo l'occupazione di maggio tra il leader del Paz e un assessore del Comune di Rimini. Ma stando alle indagini l'assessore aveva ribadito solo l'illegalità dell'azione dei militanti.
(ANSA)
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