“Operatori di pace, quelli che non fanno rumore che cercano di portare il bene con le armi del lavoro, della preghiera, della ricerca scientifica”. Al primo Angelus del 2013 Papa Benedetto XVI parla a 10mila persone a San Pietro per la marcia della pace della Comunità di Sant'Egidio, ma parla idealmente alle 650 città sempre in marcia, per un mondo senza conflitti, ricordando i teatri di guerra drammaticamente aperti: la Siria, e l'instabilità in Medio Oriente, le stragi in Nigeria, le vittime infinite in Iraq e Afghanistan, i nuovi conflitti dell'Africa Sub-sahariana. “Pace un bene da invocare come dono e da costruire con ogni sforzo”. Le parole del Papa, ma anche le testimonianze, delle 60 organizzazioni presenti a Roma, e le voci di chi il conflitto lo vive o l'ha vivo nel cuore e nel corpo: sono i giovani siriani, sono i ragazzi della primavera araba a parlare. Dal Papa tornano il richiamo al valore della famiglia, l'appello a chi ha potere perché si faccia portatore del bene comune, e il pensiero ai cristiani di Nigeria, all'indomani di un nuovo massacro: altri 15 fedeli uccisi in Chiesa.
Annamaria Sirotti
Annamaria Sirotti
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