Un allarme eccessivo, secondo Antonio Carattoni direttore dell’Iss, sul fondo pensioni. Il Cda ha discusso il problema ed analizzato cifre che, per il sindacato, fanno temere il peggio ma, spiega Carattoni, anche per il 2004 la gestione complessiva del fondo lavoratori dipendenti chiude con un attivo di quasi 7 milioni di euro e al momento non sono pregiudicati i normali pagamenti pensionistici. E’ pur vero, aggiunge, che nel 2003 l’attivo era di 10 milioni, dunque un ridimensionamento c’è stato, per effetto delle minori entrate dei contribuenti e della crescita costante dei pensionamenti: da luglio 2003 all’agosto scorso si è registrato un incremento di 300 pensionati tra i lavoratori dipendenti. La preoccupazione maggiore riguarda il disavanzo primario. Ossia: l’Iss può contare sulle entrate che derivano dai contributi degli assicurati e sulla percentuale del 10%, obbligatoria per legge, che arriva dallo Stato. Le uscite sono invece le pensioni pagate in un anno e nel 2003, ad esempio, vi sono state 7.953 posizioni pensionistiche. La differenza tra entrate e uscite dà il disavanzo primario, che è di 9 milioni di euro, dunque per la prima volta, ed è questa l’unica novità preoccupante, non c’è stato pareggio. Ora il Cda deve decidere se chiedere allo Stato di aumentare il suo contributo fino al 25% o se andare ad intaccare le riserve accantonate nel fondo dei dipendenti, pari a circa 150 milioni di euro, un’ipotesi, quest’ultima, che il sindacato rigetta assolutamente. Artigiani e commercianti, com’è noto, convivono da tempo con il disavanzo dei loro fondi: nel 2003 era pari ad oltre 4 milioni di euro complessivi, divenuti 6.374.000 nel 2004 secondo le previsioni.
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