Si è concluso con un altro rinvio l’incontro tra i segretari di Stato al Lavoro e Industria, i sindacati, l’Anis e nuova proprietà. Sulla carta doveva essere risolutivo, ma i segretari di Stato, Marcucci e Arzilli, di fronte ad una vertenza così ampia, hanno deciso di rapportarsi con i colleghi del Congresso di Stato e portare il fascicolo Puntoshop alla riunione di lunedì prossimo, per ottenere il mandato dall’esecutivo e chiudere definitivamente la partita.
Nell’incontro di giovedì, a cui hanno partecipato anche i controllori della procedura di moratoria, sono stati definiti gli aspetti economico-contrattuali della vertenza, tra cui il piano di pagamento degli stipendi e del maturato economico di tutti i 114 dipendenti. E proprio su questi i controllori della procedura di moratoria si erano presi un giorno di tempo per valutare l’ipotesi di soluzione che si è delineata. Oggi il nodo da sciogliere riguarda soprattutto il numero dei dipendenti che proseguiranno l’attività nella nuova Puntoshop e le loro caratteristiche.
Nell’incontro di oggi si sarebbe registrata un’apertura da parte dell’azienda, sarebbe infatti disponibile ad aumentare il numero dei lavoratori da ricollocare, inizialmente stabilito in circa 50. Su questo anche i segretari di Stato hanno condiviso la richiesta dei sindacati che a loro volta hanno ribadito l’urgenza di chiudere una vertenza per non accumulare altri ritardi.
Myriam Simoncini
Nell’incontro di giovedì, a cui hanno partecipato anche i controllori della procedura di moratoria, sono stati definiti gli aspetti economico-contrattuali della vertenza, tra cui il piano di pagamento degli stipendi e del maturato economico di tutti i 114 dipendenti. E proprio su questi i controllori della procedura di moratoria si erano presi un giorno di tempo per valutare l’ipotesi di soluzione che si è delineata. Oggi il nodo da sciogliere riguarda soprattutto il numero dei dipendenti che proseguiranno l’attività nella nuova Puntoshop e le loro caratteristiche.
Nell’incontro di oggi si sarebbe registrata un’apertura da parte dell’azienda, sarebbe infatti disponibile ad aumentare il numero dei lavoratori da ricollocare, inizialmente stabilito in circa 50. Su questo anche i segretari di Stato hanno condiviso la richiesta dei sindacati che a loro volta hanno ribadito l’urgenza di chiudere una vertenza per non accumulare altri ritardi.
Myriam Simoncini
Riproduzione riservata ©