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Anis rinnova l'appello per le riforme. Il presidente Rossini: "Paghiamo sulla nostra pelle i ritardi"

di Monica Fabbri
26 gen 2021
Sentiamo Neni Rossini
Sentiamo Neni Rossini

Alla luce delle analisi dell’Osservatorio – condivise con Governo, politica, parti sociali e categorie economiche - Anis rinnova l'appello per le riforme e chiede al Governo interventi di sistema, che permettano alle imprese di crescere e di andare sui mercati con una rinnovata competitività. Sollecita un incontro urgente per costruire, insieme a tutto il Paese, il tanto atteso cronoprogramma. Le imprese hanno retto alla crisi pandemica grazie ad investimenti e facendo ricorso alle proprie risorse interne. La produzione non si è fermata ma la riduzione dei flussi di cassa ha creato non poche difficoltà ed oggi – racconta il Presidente Neni Rossini - “si trovano sotto stress”. Gli industriali invocano un paese solido, stabile, in cui il sistema bancario e finanziario continui a fare la sua parte. Il tempo dell'attesa è finito.

Per la Rossini “serve una volontà politica forte per portare avanti riforme e cambiamento. La situazione ci impone di diventare un paese degno di fiducia, riconoscimento e reputazione da parte di altri stati. San Marino – spiega - deve essere coerente alle regole che l'Europa si è data per essere competitiva sui mercati. Ma quanto possono ancora resistere le imprese? “La aziende hanno stretto i denti – afferma il Presidente Anis - stanno resistendo e reagendo. Ma non è una prospettiva infinita. E diminuisce man mano che aumenta il gap con ciò che abbiamo attorno”. Torna quindi l'invito alla politica, che “ha tempi diversi e necessità di un consenso che si scontra con l'esigenza di riforme strutturali. Sono necessari sacrifici e coraggio che fino ad ora non ha dimostrato”.

L'Anis guarda al sistema bancario e finanziario, all'efficienza dello Stato per acquisire credibilità dai mercati, all'iva “che è il presupposto per andare nella direzione dell'Unione Europea. Se non c'è lo stesso linguaggio non possiamo pretendere che un contesto così ampio e solido si adatti ad una situazione eccezionale che però diventa un'anomalia. Un contesto, quello europeo, che ci darebbe più forza. Oggi – conclude - paghiamo sulla nostra pelle il ritardo in questo percorso, che va fatto con coraggio, determinazione, e insieme”.


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