E’ una sentenza che farà discutere ma, soprattutto, porterà un contributo di chiarezza in
una situazione confusa e ingarbugliata. La Corte di Cassazione da ragione in toto alla Cassa di Risparmio di San Marino e ritiene infondate le decisioni del Tribunale di Forlì. Nella sentenza, resa pubblica oggi, la Corte Suprema smonta il castello accusatorio e annulla le decisioni del Tribunale del Riesame forlivese, compreso il sequestro di 2,6 milioni di euro deciso il 5 giugno scorso. Dopo l’indagine del procuratore, Fabio di Vizio, erano partite anche prese di posizione di Banca d’Italia, con la classificazione extra UE delle banche sammarinesi e la discussa circolare Draghi. Oggi la sentenza della Corte afferma che con la convenzione valutaria del ‘94 si riconosce la stessa posizione valutaria alle persone fisiche e giuridiche dei due Stati, Italia e San Marino. Di conseguenza – si legge testualmente – si deduce che le banche operanti nel territorio del Titano sono equiparate a tutti gli effetti alle banche operanti nella Repubblica italiana. Un giudizio che pesa come un macigno sul contenzioso aperto fra i due sistemi finanziari. La Corte di Cassazione cita anche la convenzione con l’Unione Europea per l’adozione dell’euro e ritiene non abbia fondamento l’accusa del tribunale forlivese di violazione delle norme comunitarie. Il comportamento della Cassa di Risparmio di San Marino – si legge ancora – deve essere valutato alla medesima stregua del comportamento di qualsiasi altra banca italiana. Del tutto corretta l’operatività dell’istituto di credito storico della Repubblica, come si deduce dalla documentazione presentata.. I vertici della Cassa di Risparmio esprimono piena soddisfazione per una sentenza che segnerà un solco importante nei rapporti finanziari tra i due Paesi.
una situazione confusa e ingarbugliata. La Corte di Cassazione da ragione in toto alla Cassa di Risparmio di San Marino e ritiene infondate le decisioni del Tribunale di Forlì. Nella sentenza, resa pubblica oggi, la Corte Suprema smonta il castello accusatorio e annulla le decisioni del Tribunale del Riesame forlivese, compreso il sequestro di 2,6 milioni di euro deciso il 5 giugno scorso. Dopo l’indagine del procuratore, Fabio di Vizio, erano partite anche prese di posizione di Banca d’Italia, con la classificazione extra UE delle banche sammarinesi e la discussa circolare Draghi. Oggi la sentenza della Corte afferma che con la convenzione valutaria del ‘94 si riconosce la stessa posizione valutaria alle persone fisiche e giuridiche dei due Stati, Italia e San Marino. Di conseguenza – si legge testualmente – si deduce che le banche operanti nel territorio del Titano sono equiparate a tutti gli effetti alle banche operanti nella Repubblica italiana. Un giudizio che pesa come un macigno sul contenzioso aperto fra i due sistemi finanziari. La Corte di Cassazione cita anche la convenzione con l’Unione Europea per l’adozione dell’euro e ritiene non abbia fondamento l’accusa del tribunale forlivese di violazione delle norme comunitarie. Il comportamento della Cassa di Risparmio di San Marino – si legge ancora – deve essere valutato alla medesima stregua del comportamento di qualsiasi altra banca italiana. Del tutto corretta l’operatività dell’istituto di credito storico della Repubblica, come si deduce dalla documentazione presentata.. I vertici della Cassa di Risparmio esprimono piena soddisfazione per una sentenza che segnerà un solco importante nei rapporti finanziari tra i due Paesi.
Riproduzione riservata ©