Nessuna proposta di rilevare la Centrale del Latte da parte del Consiglio d’amministrazione dell’azienda, che però guarda con favore alla volontà del Governo di privatizzare la struttura e cedere per intero la gestione dello stabilimento di Cà Martino.
Lo stabile è di proprietà dell’Eccellentissima Camera e il Presidente del Consiglio d’amministrazione della Centrale Ruggero Stacchini aveva di recente chiesto la sua ristrutturazione, presentando all’esecutivo un piano dettagliato in conformità con le direttive europee. O si vende o si ristruttura, sottolinea Stacchini affermando che la relazione del Consiglio d’amministrazione voleva essere anche un po’ provocatoria. E’ necessario, dichiara, rinnovare gli impianti e avere la certificazione Cee per poter vendere i nostri prodotti all’esterno. Fra l’altro la Centrale del latte fa parte del Consorzio “Terre di San Marino”che comprende anche gli allevatori, la produzione di miele, i vini tipici e che sta cercando di valorizzare il prodotto nazionale, collegandolo con il territorio, le vecchie osterie, e quel settore turistico che oggi punta molto all’eno-gastronomia. Anche la scelta del Governo di puntare a un passaggio di proprietà che garantisca posti di lavoro, tipicità del prodotto e managerialità registra il consenso del Presidente Stacchini. Negli anni la Centrale del latte si è conquistata un nome sul mercato ed è garanzia di prodotti rigorosamente legati al territorio che partono dal latte raccolto negli allevamenti della Repubblica. Dunque la prima opzione è quella interna, per cercare imprenditori sammarinesi interessati ad acquisire l’azienda. Altrimenti ci si potrebbe indirizzare verso investitori stranieri, che dovrebbero garantire gli obblighi indicati dall’Esecutivo e la permanenza in Repubblica dell’intera produzione.
Lo stabile è di proprietà dell’Eccellentissima Camera e il Presidente del Consiglio d’amministrazione della Centrale Ruggero Stacchini aveva di recente chiesto la sua ristrutturazione, presentando all’esecutivo un piano dettagliato in conformità con le direttive europee. O si vende o si ristruttura, sottolinea Stacchini affermando che la relazione del Consiglio d’amministrazione voleva essere anche un po’ provocatoria. E’ necessario, dichiara, rinnovare gli impianti e avere la certificazione Cee per poter vendere i nostri prodotti all’esterno. Fra l’altro la Centrale del latte fa parte del Consorzio “Terre di San Marino”che comprende anche gli allevatori, la produzione di miele, i vini tipici e che sta cercando di valorizzare il prodotto nazionale, collegandolo con il territorio, le vecchie osterie, e quel settore turistico che oggi punta molto all’eno-gastronomia. Anche la scelta del Governo di puntare a un passaggio di proprietà che garantisca posti di lavoro, tipicità del prodotto e managerialità registra il consenso del Presidente Stacchini. Negli anni la Centrale del latte si è conquistata un nome sul mercato ed è garanzia di prodotti rigorosamente legati al territorio che partono dal latte raccolto negli allevamenti della Repubblica. Dunque la prima opzione è quella interna, per cercare imprenditori sammarinesi interessati ad acquisire l’azienda. Altrimenti ci si potrebbe indirizzare verso investitori stranieri, che dovrebbero garantire gli obblighi indicati dall’Esecutivo e la permanenza in Repubblica dell’intera produzione.
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