Cala l’occupazione ma crescono gli infortuni sul lavoro. Si abbassano sensibilmente, meno 28%, gli infortuni in cantiere, nei tragitti casa lavoro, a fronte di una crescita in ambito nazionale. Cambia la tipologia dell’occupazione con un aumento della precarietà lavorativa dovuta a fenomeni di frammentazione, localizzazioni esterne, subappalti di cicli produttivi e di servizio. La fotografia di alcuni aspetti del mondo occupazionale nella provincia di Rimini è fornita dalla Cgil territoriale che sulla base dei resoconti Inail, Istat e del rapporto infortuni tra gli occupati, parla di maggiore precarietà meno occupazione e più insicurezza. Il dato preoccupante riguarda l’incremento dello 0,75%, anche per il 2003, degli infortuni sul lavoro che però, sottolinea la Cgil non tiene conto del lavoro sommerso, abbastanza diffuso in Provincia, dove gli infortuni spesso vengono denunciati come malattie. Il tessuto economico e produttivo riminese, sostiene la Cgil, negli ultimi anni ha risentito notevolmente dell’abbattimento del costo del lavoro, dell’aumento dei margini di insicurezza e pericolosità, dell’attacco sistematico ai diritti e alle condizioni di vita del lavoratori, del lavoro sommerso. E i dati sui settori con il maggior numero di infortuni conferma questa analisi, sottolinea il sindacato riminese. Infatti le costruzioni sono al primo posto con un 13,68%, degliinfortuni seguite dal settore alberghi e ristoranti che toccano il 9,46%.
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