Firmando il Patto di Servizio, con il quale accede agli ammortizzatori sociali, il lavoratore in mobilità o disoccupato s’impegna a rendersi disponibile per lavori socialmente utili. A San Marino l’associazionismo è una realtà viva, che va avanti nonostante le grandi difficoltà a reperire fondi. La manodopera, in questo caso, oltre a sostenere la comunità permette al lavoratore di impegnare il proprio tempo in maniera produttiva. Ma quando un’attività può dirsi socialmente utile? Secondo la legge sammarinese può farlo quando svolge nella PA e nel settore pubblico allargato funzioni di natura educativa, culturale, assistenziale e civica, “che concorrono – si legge - al raggiungimento degli alti fini su cui si fonda la Repubblica”. Lo sono anche le attività di Associazioni regolarmente riconosciute dalla Legge sulle società che risultino iscritte alla Consulta delle Associazioni Culturali. Entrando nel dettaglio, svolge un ruolo di utilità sociale chi assiste anziani bisognosi, portatori di handicap ed invalidi; svolge manutenzione di spazi vicini a scuole, verde pubblico e compie assistenza negli scuola bus; tutela l’ambiente contro inquinamento e degrado; recupera tradizioni, mestieri e culture; fa acquisire nuove professionalità nelle aziende; manda avanti piccoli appezzamenti di terreni statali e offre supporto alle squadre di AASP ed UGRAA. L’Ufficio del Lavoro, in collaborazione con Consulta e con l’Ufficio del Capo del Personale effettuerà, ogni sei mesi, apposite indagini per verificare l’esistenza di bisogni che giustifichino il loro utilizzo.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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