“Noi non molliamo”, assicura il comitato. Ma è tanta l'amarezza dopo la bocciatura dell'Istanza d'Arengo che sollecitava l'individuazione di misure di supporto; per fronteggiare i “gravissimi disagi” - scrivono - di imprese e famiglie. Rimproverano infatti all'Esecutivo di aver creato “legittime aspettative” dopo il crack del CIS; per poi “spostare di 10,15 e 20 anni” il termine di restituzione dei risparmi. E ciò a seguito della conversione in titoli di Stato dei depositi sopra i 100.000 euro. Istanza – precisa il portavoce Thomas Biagi - firmata da 266 persone in appena 3 giorni; poi l'atteso vaglio parlamentare, e la delusione per l'approccio al dossier del Segretario alle Finanze. Che pure - si rimarca nel comunicato – si era mostrato solidale, dicendosi disponibile al confronto. Quindi il passaggio chiave, quando ha preannunciato come nei prossimi mesi possa concretizzarsi un percorso funzionale alla “redistribuzione di quanto recuperato dagli attivi CIS, e dal piano di cartolarizzazione, ai risparmiatori”.
Da qui lo stupore quando lo stesso Gatti si è espresso per un voto contrario. Istanza respinta; ma con una “vistosa spaccatura nella Maggioranza”, si osserva, ricordando i numeri della votazione e la posizione di Motus. Segnale accolto con “soddisfazione”, nella speranza – recita la nota – che “il grido di dolore di tanti risparmiatori prima rassicurati e poi traditi” stia “finalmente facendo breccia in quel muro di omertà e mistificazione che ha imperato negli ultimi 6 mesi”. Infine un appello al Segretario di Stato. “Se vuole ascoltare proposte concrete e sostenibili noi ne abbiamo”; “se alle parole vorrà, davvero, far seguire i fatti noi ci siamo”.