Tanti i risparmiatori accorsi al Palazzo di Giustizia di Milano per l’inizio dell’udienza preliminare sul crollo della Parmalat e che si sono costituiti parte civile, nella speranza di vedersi restituire almeno in parte i soldi investiti in titoli del gruppo. Assente in aula per motivi di salute, l’ex patron Calisto Tanzi i cui legali hanno comunque riferito di voler mantenere un atteggiamento di completa collaborazione con la magistratura. L’udienza, terminata nel primo pomeriggio, è stata aggiornata al prossimo 29 ottobre. Registrate intanto le prime risposte positive ai ricorsi.
Le banche sammarinesi, non essendo state collocatrici di titoli, non risultano coinvolte direttamente nella vicenda. Si presume dunque che gli istituti di credito del Titano intendano farsi tutelare dai grandi gruppi bancari italiani che hanno giocato un ruolo attivo nella vicenda. Il processo si svilupperà in due momenti: in sede penale e in sede civile. Il primo riguarda le accuse di truffa e bancarotta fraudolenta, che ha visto di recente la confisca dei beni personali di 27 dirigenti del gruppo Parmalat che hanno partecipato alla gestione dell’azienda tra il 1998 e il 2003, congelamento patrimoniale autorizzato fino alla somma di 7 miliardi di euro, così come richiesto dal commissario straordinario, Enrico Bondi, anch’egli costituitosi parte civile nel processo assieme a Consob e associazione consumatori Adusbef. Il blocco dei beni diventerà pignoramento effettivo qualora la sentenza in sede civile diventi condanna. Ai singoli risparmiatori del Titano, l’Associazione dei Consumatori della CDLS raccomanda di rivolgersi alla propria banca per conferire il mandato di presentazione della domanda di ammissione al passivo. A tal proposito, l’Asdico ha predisposto un modulo che contiene clausole di equità ed elementi di tutela per il cliente.
Le banche sammarinesi, non essendo state collocatrici di titoli, non risultano coinvolte direttamente nella vicenda. Si presume dunque che gli istituti di credito del Titano intendano farsi tutelare dai grandi gruppi bancari italiani che hanno giocato un ruolo attivo nella vicenda. Il processo si svilupperà in due momenti: in sede penale e in sede civile. Il primo riguarda le accuse di truffa e bancarotta fraudolenta, che ha visto di recente la confisca dei beni personali di 27 dirigenti del gruppo Parmalat che hanno partecipato alla gestione dell’azienda tra il 1998 e il 2003, congelamento patrimoniale autorizzato fino alla somma di 7 miliardi di euro, così come richiesto dal commissario straordinario, Enrico Bondi, anch’egli costituitosi parte civile nel processo assieme a Consob e associazione consumatori Adusbef. Il blocco dei beni diventerà pignoramento effettivo qualora la sentenza in sede civile diventi condanna. Ai singoli risparmiatori del Titano, l’Associazione dei Consumatori della CDLS raccomanda di rivolgersi alla propria banca per conferire il mandato di presentazione della domanda di ammissione al passivo. A tal proposito, l’Asdico ha predisposto un modulo che contiene clausole di equità ed elementi di tutela per il cliente.
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