Il tempo è scaduto, il commissario straordinario Nunziato Caliò ha convocato i soci azionisti per chiedere di procedere ad una ricapitalizzazione consistente, di almeno 40 milioni di euro. Un’operazione che, da subito, appare di difficile attuazione. L’alternativa è la liquidazione coatta amministrativa, e per il sistema finanziario sammarinese sarebbe la prima volta. Lucio Amati, attraverso i suoi legali, ha intimato di non procedere con l’assemblea proprio per l’assenza forzata del presidente, che da solo detiene il 30% delle azioni. Amati si trova infatti agli arresti domiciliari dopo l’operazione Decollo Money e le accuse di riciclaggio: non poteva fare deleghe a nessuno, nemmeno al figlio Mario, pure presente in assemblea, poiché avrebbe dovuto ricevere un permesso speciale dalla Procura di Catanzaro, ma i tempi della convocazione erano troppo stretti. Infatti c’è anche chi sostiene che l’assemblea in fondo sia solo una formalità. Il Credito Sammarinese lo scorso luglio aveva anche impugnato il provvedimento con cui Banca Centrale aveva commissariato l’istituto: l’azione legale è tuttora pendente. Nel frattempo il governo fa sapere di lavorare da tempo ad opzioni alternative, come il salvataggio di alcune attività della banca, e la dismissione di altre, magari attraverso un cartello bancario. “Certo, c’è un problema anche reputazionale non indifferente – dice il segretario alle Finanze, Pasquale Valentini – Ma faremo di tutto – conclude – per salvaguardare risparmiatori e dipendenti”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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