E’ crisi per alcune imprese del Titano e le due aziende che giovedì hanno annunciato la chiusura dei battenti confermano una tendenza. Lo affermano preoccupate le organizzazioni sindacali che ricordano lo stato di crisi di altre 13 imprese. In totale sono 36 i posti di lavoro a rischio e a settembre – dichiarano le due confederazioni – si dovrà aprire un confronto per individuare concreti sbocchi occupazionali. I timidi segnali di ripresa registrati nei primi mesi dell’anno non sono sufficienti, al momento, per fugare le perplessità. Certo qualcosa si muove – rileva l’associazione degli industriali – ma abbandonarsi a ottimismi sarebbe un errore; l’area Euro ancora non registra un risveglio dell’economia che invece sta interessando gli Stati Uniti e l’Asia. Per quel che riguarda poi la nostra realtà – sottolinea l’Anis – è da tempo che mettiamo in evidenza un calo di competitività. Servono urgentemente strumenti e interventi in grado di riconquistare posizioni perdute. La prima – rilevano gli industriali – è la leva fiscale, che oggi non è più sufficiente ad attrarre nuove imprese, poi si deve aggiungere una maggiore snellezza burocratica che invece negli ultimi anni ha registrato, dicono gli imprenditori un appesantimento. In sintesi, per l’Anis, l’analisi del sistema San Marino porta a dire che le cose non vanno male, ma non vanno neppure benissimo.
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