Se per gli uomini è una selva per le donne è ancora più impervia la strada che porta lavoro: quasi un muro di gomma per una discriminazione tutta al femminile. Ci sono meno posti e stipendi più bassi del 21,4% rispetto agli uomini: 1.200 euro al mese contro 1.550. Le donne dunque pagano di più la crisi e sono più esposte a marginalità e povertà come evidenziano anche i dati Istat, secondo i quali in Italia il tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni è sceso nel 2009 al 46,4%. In Europa solo Malta fa peggio. La situazione è ancora peggiore per le donne sposate e con figli. Inoltre, il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro ha rallentato l'inserimento delle donne nelle professioni più qualificate e riavviato un fenomeno di "marginalizzazione" verso occupazioni già relativamente molto "femminilizzate". Nel nostro paese solo le laureate storiche riescono a raggiungere i livelli europei, mentre le neolaureate continuano a trovare enormi difficoltà.
Valentina Antonioli
Valentina Antonioli
Riproduzione riservata ©