La guerra tra Italia e San Marino è finita”. Non ha dubbi il professor Carlo Pelanda, che all’assemblea di banchieri annuncia un ritrovato clima di collaborazione fra i due Paesi. “Un’atteggiamento ostile – aggiunge – dell’ex ministro dell’economia, Tremonti, che ha usato gli strumenti istituzionali per fare una pressione eccessiva su San Marino”. Ma ora le cose sono cambiate. Gli esperti, chiamati a redigere il libro bianco sul futuro delle banche sammarinesi, rimarcano la solidità del sistema e le notevoli opportunità che può avere di fronte. “Ma c’è da lavorare” spiegano. Per affinare servizi e prodotti finanziari, ma anche per un complesso normativo stabile e prevedibile, come lo definisce Domenico Lombardi, già esperto del Fondo Monetario Internazionale: “Senza questo – dichiara – non si può pensare ad una piazza finanziaria internazionale; così come senza la trasparenza non può esserci sviluppo. Da definire anche il rapporto con la Banca Centrale Europea e l’accesso delle banche sammarinesi alle forme di sostegno previste nell’area euro. Importante l’adesione agli standard internazionali indicati dal Fondo Monetario. Richard Greco, già vice ministro americano alla difesa e consulente della Casa Bianca, si richiama al messaggio con cui Abramo Lincoln, nel 1861, accettò la cittadinanza onoraria di San Marino. “Quei valori richiamati – dichiara – sono da sempre il vostro punto di forza”. Tra le proposte, l’idea di far diventare San Marino un punto di riferimento per il Mediterraneo, un luogo dove i banchieri di quest’area possano confrontarsi e dove gli operatori possano trovare prodotti e servizi capaci di far dialogare il sistema occidentale con la finanza islamica, oggi in forte crescita, con una movimentazione pari a circa 750 miliardi di dollari, che nel 2015 si prevede saliranno fino a 2.800 miliardi.
Nel video l'intervista a Carlo Pelanda.
Sergio Barducci
Nel video l'intervista a Carlo Pelanda.
Sergio Barducci
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