“Non vediamo motivi per cambiare qualcosa che sta funzionando bene”. E' la risposta di Zafferani alla CSU, che - con un comunicato - chiede invece una revisione della Legge Sviluppo. La normativa – sostiene il sindacato - non starebbe dando i risultati sperati; in particolare sul fronte della disoccupazione interna, “pressoché stabile, con quella femminile a fare da padrona”. La Centrale, analizzando i dati del secondo semestre dell'anno, considera positiva la parificazione di trattamento dei frontalieri, e soprattutto la crescita del 3,6% degli occupati. Ma ciò, ad avviso di FLI e FULCAS, dipenderebbe “in larghissima misura – dalla congiuntura economica favorevole e dalla propensione agli investimenti degli imprenditori” del manifatturiero. “Quando le cose vanno male è sempre colpa del Governo, quando vanno bene è sempre merito di qualcun altro”, replica ironicamente il Segretario al Lavoro, secondo il quale la “liberalizzazione delle assunzioni ha giocato un ruolo nella crescita e consolidamento” delle imprese. Zafferani ritiene poi che un tasso di crescita dell'occupazione del 4,5% annuo, rappresenti un unicum nel panorama europeo, “e questo – afferma - andrebbe apprezzato”. Ma la CSU non concorda e sottolinea come i nuovi occupati siano “per oltre l'80% assunti con livelli retributivi bassissimi”. L'aliquota pagata dalle imprese per avere libertà di assumere non residenti – insomma – verrebbe di fatto “scaricata sui lavoratori”. E non solo. Pur considerando virtuoso l'incremento occupazionale nel manifatturiero, si considera “non accettabile” la situazione negli altri settori. Rischia inoltre di essere un dato “fittizio” - secondo la CSU – il positivo aumento delle assunzioni registrato a luglio, poiché potrebbero influire gli incentivi e soprattutto la stagionalità. Ma anche qui le analisi divergono. “Il sindacato – afferma Zafferani – analizza i dati di giugno, ma nel frattempo sono usciti quelli di luglio che, comparati con lo stesso mese del 2017, e quindi depurati della stagionalità, danno un aumento di 700 dipendenti in un anno ed un calo significativo della disoccupazione interna”. Il Segretario di Stato ricorda poi come il 60% dei nuovi occupati degli ultimi 5 mesi siano residenti in territorio. Segno – spiega - che dopo il prevedibile boom iniziale dei frontalieri, “oggi la crescita occupazionale riguardi soprattutto i residenti”.
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