E’ l’anno nero per gli oltre cinquemila lavoratori frontalieri impiegati a San Marino. Da quest’anno i loro redditi subiranno un vero e proprio salasso. Superata la fascia d’esenzione fiscale fissata agli 8mila euro, si calcola per ciascun lavoratore un pagamento medio di mille euro in sede di dichiarazione dei redditi 2003. In questi anni non è stato possibile evitare quella che i frontalieri ritengono essere una vera e propria ingiustizia, nonostante l’impegno dei sindacati sammarinese e italiano che si sono impegnati per evitarla. Neanche nell’accordo di cooperazione che San Marino sta trattando con l’Italia, i frontalieri vengono nominati. Compariranno solo nel testo di una lettera che l’Esecutivo sottoporrà a parte al Governo italiano.
In questi giorni, durante le assemblee coi lavoratori del settore privato organizzate dalla Cdls in vista del suo 12° congresso, il segretario della Federazione industria Giorgio Felici ha ascoltato lamentele e preoccupazioni dai frontalieri. “Lo status economico, oltre che normativo – sostiene Felici – di migliaia di lavoratori occupati in Repubblica cambia in peggio rispetto al collega sammarinese che fa il suo stesso lavoro. Tutto questo – conclude – con buona pace dei contratti collettivi”.
Nel frattempo i sindacati si stanno organizzando per offrire assistenza ai lavoratori italiani: la Cisl italiana e la Cdls hanno intensificato la collaborazione attivando un servizio tecnico-fiscale per dare risposte personalizzate ai frontalieri, in merito al calcolo dell’Irpef e degli oneri deducibili previsti dal regime fiscale italiano. Mentre la Csdl e la Cgil di Rimini, Pesaro, Cesena e Forlì hanno siglato un accordo, in base al quale i frontalieri iscritti alla Csdl potranno effettuare le dichiarazioni dei redditi presso le strutture Cgil con uno sconto pari al 50%.
In questi giorni, durante le assemblee coi lavoratori del settore privato organizzate dalla Cdls in vista del suo 12° congresso, il segretario della Federazione industria Giorgio Felici ha ascoltato lamentele e preoccupazioni dai frontalieri. “Lo status economico, oltre che normativo – sostiene Felici – di migliaia di lavoratori occupati in Repubblica cambia in peggio rispetto al collega sammarinese che fa il suo stesso lavoro. Tutto questo – conclude – con buona pace dei contratti collettivi”.
Nel frattempo i sindacati si stanno organizzando per offrire assistenza ai lavoratori italiani: la Cisl italiana e la Cdls hanno intensificato la collaborazione attivando un servizio tecnico-fiscale per dare risposte personalizzate ai frontalieri, in merito al calcolo dell’Irpef e degli oneri deducibili previsti dal regime fiscale italiano. Mentre la Csdl e la Cgil di Rimini, Pesaro, Cesena e Forlì hanno siglato un accordo, in base al quale i frontalieri iscritti alla Csdl potranno effettuare le dichiarazioni dei redditi presso le strutture Cgil con uno sconto pari al 50%.
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