La linea che sembra prevalere al momento è quella all’insegna del rigore della Germania. Il potenziamento del Fondo salva-Stati non deve essere sganciato da una severa stretta su deficit e debiti pubblici. Ma l’Unione Europea insiste per agire tempestivamente sul Fondo, “perché – afferma il commissario UE agli Affari Economici e Monetari – la crisi dei debiti sovrani non è ancora finita”. Si teme per le posizioni di Portogallo e Spagna; per questo sarebbe importante potenziare la capacità effettiva e l’ambito di operatività di questo strumento di garanzia: ad oggi dotato di 440 miliardi. Ma il ministro alle Finanze tedesco Schauble, anche oggi - a margine della riunione dell’Ecofin - è stato chiaro: “Quello che serve veramente - ha dichiarato - è un maggior coordinamento politico ed economico”. Posizione condivisa anche da Francia, Svezia, Belgio ed altri Paesi. Pure l’Italia ha sottolineato la necessità di un “approccio coordinato”. “Anche per noi – ha affermato Tremonti – la disciplina di bilancio è fondamentale. Ma vogliamo anche più controlli sulla solidità della finanza privata e delle banche”.
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