Non ha dubbi il capo delegaizione del Fondo Monetario Internazionale, Alexander Tieman, l'economia sammarinese si è stabilizzata nel 2015, dopo sei anni di recessione, ed è avviata ad una crescita nell'ordine dell'1% del PIL nei prossimi anni, a partire dal 2016, ma la ripresa sarà inevitabilmente legata all'andamento economico in Europa. Le conclusioni si aprono con un apprezzamento per il lavoro svolto da San Marino, riservando una riflessione alle grandi sfide che attendono la Repubblica, in primo luogo per trasformare la ripresa in una crescita sostenibile, poi per rafforzare il sistema bancario e finanziario e consentirgli di tornare a sostenere l'economia. Il rinnovato rapporto con l'Italia - afferma Tieman - riserverà opportunità fino ad ora non ancora sondate, così come le nuove norme che facilitano l'insediamento di imprese sul Titano, il Parco Scientifico e Tecnologico e i cambiamenti per migliorare il mercato del lavoro, porteranno sicuri benefici. Non mancano le note dolenti, come il percorso di ristrutturazione di Cassa di Risparmio, che resta un punto sul quale si concentra l'attenzione degli esperti del Fondo Monetario. Sollecitano un ridimensionamento più aggressivo della banca, il recupero della redditività, una nuova governance. Considerata la sua posizione di socio di maggioranza, lo Stato “dovrebbe nominare amministratori con esperienza in ristrutturazioni bancarie – si legge - sia in seno al Consiglio di Amministrazione e sia nelle posizioni dirigenziali”. Insomma un rinnovamento radicale. Esortazioni anche per le altre banche, a ripulire i bilanci dai crediti deteriorati ma per questo servono nuovi strumenti legislativi. Fondamentale il ruolo di Banca Centrale, determinante un processo che riporti in utile il bilancio dello Stato. Per questo si devono ridurre le spese, di un ¼ di punto percentuale del PIL, nei prossimi 3 anni, dal 2017 al 2020. Riduzione di spesa suggerita anche per le pensioni pubbliche e le prestazioni sanitarie finanziate dallo Stato. Poi si deve aumentare il gettito fiscale. “Senza alcun inasprimento della pressione fiscale”, precisa il Segretario alle Finanze, Capicchioni. Infine l'introduzione dell'IGC, il passaggio al cosiddetto regime IVA. Una priorità per il Fondo Monetario Internaizonale, che consentirebbe di aumentare le entrate tra lo 0,5 e l'1% del PIL. E su questo Capicchioni precisa: “Non contrarrà i consumi interni, come qualcuno sostiene, ma favorirà lo sviluppo economico, considerato che si pensa ad una aliquota del 12%, con un differenziale del 10%”.
SB
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