Il momento della dichiarazione dei redditi si avvicina e il rischio del pagamento di una doppia imposizione fiscale si fa ancora più concreto per gli oltre 5 mila lavoratori frontalieri occupati sul Titano, che non mancano di far sentire la loro voce e chiedere con forza l’applicazione di quanto contenuto nella convenzione sottoscritta fra Italia e San Marino. Il prossimo 22 marzo si riuniranno in una assemblea generale di tutti i frontalieri, per decidere quali iniziative di ulteriore sensibilizzazione intraprendere. Condivisa è risultata dal comitato frontalieri l’iniziativa del parlamentare riminese Sergio Gambini, che in una interrogazione rivolta al ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, ha chiesto di emanare un provvedimento d’urgenza che riconosca la Convenzione sottoscritta nel 2002 norma superiore e quindi direttamente applicabile. L’iniziativa è il frutto di un accordo fra il comitato frontalieri della CSU, l’onorevole Gambini e il senatore di Forza Italia Bettamio. Il problema, spiegano le organizzazioni sindacali sammarinesi, è che l’Italia è ancora inadempiente rispetto agli impegni assunti. In pratica l’intesa demandava ad una legge ordinaria il compito di fissare le aliquote di tassazione e gli abbattimenti d’imposta e comunque il nuovo regime sarebbe entrato in vigore solo dopo l’avvenuta ratifica della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali. Ratifica che ancora non è avvenuta. Di fatto l’applicazione della doppia tassazione è – spiegano i sindacati –illegittima. Lo stesso afferma l’onorevole Gambini nella lettera inviata a Tremonti “la Finanziaria – scrive - introducendo il nuovo regime fiscale, viola nello stesso tempo le norme che riguardano il recepimento delle convenzioni internazionali. Urge dunque un provvedimento che ancora una volta fermi le bocce e chiarisca la questione. La Segreteria di Stato per gli Affari Esteri, nella lettera di accompagnamento alla bozza di accordo di cooperazione economica, ha fatto riferimento anche alla questione del frontalierato e alla mancata applicazione delle norme contenute nella convenzione; il 5 marzo scorso si è tenuta una prima riunione interministeriale, una seconda dovrebbe tenersi nelle prossime settimane, l’auspicio è che la questione, seppur disgiunta dall’accordo in via di definizione, possa comunque essere affrontata. Lo affermano le organizzazioni sindacali che al governo chiedono di adoperarsi perché il problema possa avere presto una risposta.
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