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Giustizia sociale, Frulli (CDLS): “Forti squilibri tra uomini e donne sul lavoro”

"L'impatto della pandemia, la crisi economica con l'inflazione a doppia cifra, le attuali tensioni geopolitiche hanno fatto arretrare il progresso sociale"

di Annamaria Sirotti
20 feb 2024

Migliora il tasso di disoccupazione nel 2023: 5,1%, rispetto al 5,3% del 2022, con 208 milioni di senza lavoro, ma il quadro per il 2024 disegna il riemergere di fragilità e diseguaglianze, con altri 2 milioni di lavoratori che saranno in cerca di lavoro. E' il rapporto sulle prospettive sociali e occupazionali globali dell'ILO, che nella giornata per la giustizia sociale avverte: i redditi disponibili sono diminuiti nella maggior parte dei Paesi del G20 e, in generale, l'erosione del tenore di vita derivante dall'impatto dell'inflazione è improbabile venga compensato rapidamente.

Preoccupa così il quadro della cosiddetta povertà lavorativa: il i lavoratori che vivono in povertà estrema – ovvero che guadagnano meno di 2 dollari e 15 al giorno è cresciuto di circa un milione. Un altro aspetto a segnare squilibri nel marcato occupazionale: nel 2024 – per l'ILO – la quota mondiale di lavoro nero resterà stazionaria, con il 58% di occupati irregolari.

Il Segretario Cdls, Milena Frulli, guarda ai dati per lanciare l'allarme: “l'impatto della pandemia, la crisi economica con l'inflazione a doppia cifra, le attuali tensioni geopolitiche hanno fatto arretrare il progresso sociale. Serve un impegno forte – dice – per la giustizia sociale, chiave per far funzionare meglio le società e le economie. Un impegno che chiama anche San Marino dove ancora si registrano forti squilibri fra occupazione maschile e femminile.

Nel mondo, il tasso di partecipazione della donna alla forza lavoro è del 47,4% contro il 72,3% degli uomini. A San Marino – dice la Frulli – la parità di genere è un traguardo ancora lontano: negli ultimi 10 anni, il mercato occupazionale ha visto una crescita dell'11% degli uomini, solo del 5% per le donne, che segnano un record negativo anche sul fronte disoccupazione. Poi i giovani: secondo l'ILO, per liberare tutto il potenziale della forza lavoro mondiale, serve investire in istruzione e formazione. I due terzi della forza lavoro giovanile, infatti, non dispone di competenze di base, limitandone le opportunità sul mercato del lavoro e spingendoli verso forme di occupazione di qualità inferiore.





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