Fu la Fondazione Caponnetto, anni fa, a lanciare il primo allarme pubblico: “Siete un tessuto permeabile – disse – dove c’è ricchezza arrivano anche i soldi dei mafiosi. E prima o poi arrivano anche i mafiosi”. E le infiltrazioni sono arrivate. Uno dei primi episodi di cronaca risale al 2005, quando la porta della Impresit 2000, società di Rovereta, fu ritrovata crivellata da 15 colpi d’arma da fuoco, con proiettili calibro 9. Il titolare, sammarinese, risulta oggi indagato nell’operazione “Vulcano”, alla quale hanno collaborato anche le forze dell’ordine di San Marino. La stessa persona, con un passato lavorativo nelle immobiliari, pare avesse costituito da tempo, e almeno fino al 2009, una società di riscossione crediti, con sedi a San Marino e Rimini, assieme ad alcuni rappresentanti dei Vallefuoco, uno dei clan campani che stando all’indagine bolognese sull’usura, si spartivano la torta del racket assieme ai Casalesi e ai Mariniello. Gli stessi Vallefuoco, secondo gli inquirenti, avrebbero interagito con la finanziaria Fincapital, commissariata e posta in liquidazione coatta. E’ stato lo stesso segretario all’Industria Arzilli a dire che le azioni compiute nei confronti della finanziaria “non sono state casuali”, lasciando intendere come stessero ormai emergendo certi collegamenti. Il socio occulto, riconosciuto come tale da Banca centrale, avvocato Livio Bacciocchi, è tuttora rinchiuso nel carcere di San Vittore: il suo avvocato, Alessandro Gamberini, attende che venga fissata l’udienza al Tribunale del Riesame di Milano, dove ha presentato istanza di scarcerazione. E le infiltrazioni non si fermano qui: uno dei fermati, Bruno Platone, risulta amministratore di una società di vendita e autonoleggio a Dogana, altro settore estremamente delicato nei confronti del quale il governo aveva annunciato un drastico giro di vite.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
Riproduzione riservata ©